Nacque quasi per gioco. A causa del loro oscuro terrore razzista i Klansmen
avevano un solo obiettivo: mantenere la supremazia della "razza" bianca
IL KKK, LA SETTA CHE MACCHIÒ
DI SANGUE NERO L'ONORE DEGLI USA
di RENZO PATERNOSTER
La vera storia del Ku Klux Klan o "Impero Invisibile" si può dividere in tre momenti fondamentali, ognuno contraddistinto da una propria specificità riguardo al grado di violenza e al modo di farla.
Il primo momento è quello del Ku Klux Klan originale, fondato nel 1865 a Pulaski e liquidato sei anni più tardi nel 1871. Il secondo momento vide nascere la prima incarnazione del Klan originale che durò quasi un trentennio, dal 1915 al 1944. L'ultimo momento è specifico di una nuova incarnazione della congrega degli incappucciati che operò in semi-clandestinità dal 1945 al 1965.
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Cerimonia del KKK con la
caratteristica 'croce di fuoco'
Dopo questo periodo parvenze del Klan continuarono ad operare negli Stati Uniti d'America, ma tutto diventa confuso e in ogni caso non nel segno unitario, nel senso che dopo il 1965 ognuno ha resuscitato come meglio credeva l'originale Ku Klux Klan percorrendo strade proprie.
Il Ku Klux Klan s'inserisce in ogni modo nel clima xenofobo e antifederale che seguì alla guerra civile americana. Nel 1944 era presente nel Sud del Paese un movimento che, riunitosi sotto le bandiere dell' "American Party", meglio noto come il "Know Nothing Party", aveva dato voce all'ondata xenofoba bianca e cristiano-protestante contro la liberazione dei neri dalla schiavitù e contro l'ondata di immigrati che arrivavano dall'Europa. Il Ku Klux Klan fa quindi parte a pieno titolo di quella filosofia americana che vedeva l'Identità Nazionale e Cristiana del Paese minacciata dalla presenza di cattolici, ebrei e neri liberati.
Così, accanto al nascente Ku Klu Klan, si possono tranquillamente affiancare altri movimenti xenofobi e antifederali tra i quali: la "White Brotherhood", la "Constitutional Union Guards, i "Men of Justice" e i "Knight of the White Camelia". Indubbiamente il Ku Klux Klan è stato il più longevo delle congregazioni fanatiche presenti nel Sud degli Stati Uniti.

Tutto comincia il 24 dicembre 1865
a Pulaski, una cittadina del Tennessee. Sei giovani, tutti "campioni" della buona borghesia agraria della società sudista ed ex ufficiali dell'esercito confederato, si riuniscono nello studio del giudice Jones, padre di Calvin uno del gruppo. Gli altri convenuti si chiamano John Kennedy, John Lester, James Crowe, Richard Reed e Frank Cord.
Nella riunione i giovani ufficializzano in un atto fondativo la nascita di una confraternita segreta, uno dei passatempi preferiti dai giovani bene del sud degli Stati Uniti. Nella riunione si stabilisce anche che Kennedy, Lester e Crowe avrebbero trovato un nome alla società segreta, mentre Reed, Cord e Jones avrebbero steso un vero e proprio statuto dell'organizzazione. Dopo pochi giorni una seconda riunione, tenutasi in quello stesso studio che diventerà il primo "den" (covo) della confraternita, battezza la società segreta. Kennedy, Lester e Crowe propongono di chiamare l'organizzazione segreta "Ku Klux", una libera traslitterazione del greco "Kùklos", che significa cerchio, per estensione circolo, gruppo (il nome Ku-Klux-Klan potrebbe essere anche un'onomatopea. Esso indica il rumore del fucile quando si prepara il colpo in canna). Tutti concordano su quel nome, si decide però di aggiungere il termine "Klan" (clan con la K per assimilazione) sembra in omaggio alla massoneria scozzese (proprio nella massoneria di rito scozzese degli alti gradi il 33° grado vi era simboleggiato dall'undicesima lettera dell'alfabeto ripetuta tre volte: k k k = 11+11+11).

Il principale passatempo della congrega diventa la beffa, l'insulto e il macabro scherzo all'odiato "negro". Cominciano così col mascherarsi con tuniche e cappucci a punta bianchi e, con cavalli bardati come ad un torneo medievale, iniziano a sfilare per le vie della loro sonnolenta cittadina seminando il panico fra i superstiziosi neri del luogo. Già alla loro prima uscita notturna lo spettacolo improvvisato dai sei giovani ha un'enorme risonanza tra le duemila anime della cittadina di Pulaski. Da questo momento quasi tutte le notti della sonnolenta cittadina si riempiono di sfilate di cavalieri bianchi al galoppo, di fantasmi e di spiriti di morti che all'improvviso appaiono davanti alle case della gente di colore del luogo.
Eccitati dai successi delle parate, i sei "immortali" decidono di trasformare i loro "scherzi" in veri e propri atti di intimidazione nei confronti dei neri. Ad esempio, una notte la confraternita va a fare "visita" ad un
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Macabra parata di klansmen
nei primi anni del 1900
freedman, ossia un ex schiavo nero, che ritornato libero aveva aperto una bottega nel paese, appendendo in vetrina un cartello con su scritto "equal rights" (eguali diritti). Già all'arrivo dei sei cavalieri bianchi, l'intera famiglia del freedman resta atterrita e solo il capofamiglia decide in ogni modo di andare incontro a quei "fantasmi". Uno del sestetto gli chiede un secchio d'acqua. Ricevuta l'acqua dal freedman inizia a berla tutta senza prendere fiato (una sacca di gomma nascosta sotto la tunica bianca aiuta il cavaliere a svuotare l'intero secchio senza versare il liquido per terra). Soddisfatto di quella bevuta, il cavaliere dice al nero: «E' la prima volta che bevo un bel secchio d'acqua da che mi hanno ammazzato a Shiloh» (riferendosi alla famosa battaglia di Shiloh tra confederati e unionisti avvenuta nei dintorni di Savannah). Allo stesso tempo, un altro cavaliere mostra un avambraccio di scheletro per salutare la moglie del povero nero, mentre un terzo, abbassatosi il cappuccio, mette in mostra un bel teschio. Da dietro la finestra, davanti a quel tetro spettacolo, la signora perde i sensi cadendo per terra. Prima di sparire nella notte, i sei della congrega fanno rotolare per terra il teschio, lasciando in questo modo la firma di quell'incontro. Il giorno dopo l'intera comunità locale di colore, ma anche tutti i bianchi del paese, non commentava altro che il racconto fatto da quella famiglia di quella stranissima "visita" ricevuta la notte precedente. Il teschio lasciato dai cavalieri bianchi divenne la prova di quello strano racconto.
Dopo un altro paio di scherzi la piccola congrega dei cavalieri bianchi passa alle intimidazioni: bastava che un nero guardasse una ragazza bianca o rispondesse in modo irriverente ad un bianco, che subito scattava la punizione.

La segretezza della setta e i rituali misteriosi iniziarono ad esercitare un fascino irresistibile tra i bianchi, specialmente tra quelli più direttamente toccati dall'abolizione della schiavitù. Col passare del tempo, infatti, all'iniziale sestetto si uniscono altri klansmen e nuovi "den" iniziano a sorgere nei paesi vicini. Non sapendo chi fossero i primi klansmen, ogni nuovo covo si sentì libero di fondare la propria loggia con propri regolamenti e proprie finalità.
Nell'aprile del 1867, nella stanza numero 10 del Maxwell House Hotel di Nashville, il Ku Klux Klan conobbe il suo storico battesimo sotto gli auspici del suo primo vero grande capo, l'ex generale confederato Nathan Bedford Forrest, che assunse il titolo di "Gran Wizard". La comparsa di questo losco individuo fece compiere alla congregazione il suo salto di qualità.
Nathan Bedford Forrest era stato un generale della cavalleria confederata, ma prima ancora era stato un trafficante di schiavi. Finita la guerra americana si era integrato perfettamente nell'aristocrazia delle piantagioni. Alto e con la barba nera, era divenuto famoso perché accusato del feroce massacro di Fort Pillow, in cui furono sterminate le truppe di colore fatte prigioniere nella battaglia. Razzista di costituzione, egli non digerì mai l'abolizione della schiavitù, ma soprattutto non assimilò mai il principio per cui neri rappresentassero i bianchi nelle legislature del Sud.
Al primo congresso del Klan la struttura dell'organizzazione fu organizzata in "Reami" (uno per ogni Stato), governati da un "Gran Dragone" e con otto "Idre". I "Reami", a loro volta, si suddividevano in "Distretti", alle dirette dipendenze di un "Gran Gigante" assistito da quattro "Folletti", e poi in "Den" in cui dirigeva un "Gran Ciclope" coadiuvato da due "Falchi della notte".
Alla fine del 1867 la congregazione contava già oltre 550.000 adepti, quasi la totalità dei maschi adulti del Sud degli Stati Uniti. Il Klan si era soprattutto ramificato in Florida, Georgia, Carolina del Sud, Louisiana, Alabama, Mississippi, arrivando sino al Texas e Arkansas.

Col passare del tempo gli scopi del Klan divengono più precisi. Lo statuto della congregazione già prevedeva che scopo dell'organizzazione segreta doveva essere quello di aiutare le vedove e gli orfani dei soldati confederati caduti in guerra:
«Io, di fronte all'immacolato Giudice del Cielo e della Terra, e sui Santi evangelisti di Dio Onnipotente, di mia libera volontà e iniziativa, aderisco ai seguenti sacri e imprescindibili obblighi:
1. siamo dalla parte della Giustizia, dell'Umanità e della Libertà costituzionale come lasciata a noi in eredità dai nostri Padri nella sua purezza;
2. contrastiamo e rifiutiamo i principi del partito [repubblicano] radicale;
3. promettiamo vicendevole mutuo soccorso in malattia, difficoltà e disagio economico;
4. le amiche donne, le vedove e le loro famiglie riceveranno sempre il nostro particolare riguardo e la nostra tutela.
Se un qualsiasi membro dovesse divulgare o causare la diffusione di una qualunque delle suddette promesse, incorrerà nel destino del traditore in un terribile castigo, ossia: Morte! Morte! Morte!».
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David Curtis Stephenson
Questo è stato il giuramento di iniziazione del primo Klu Klux Klan, rivelato nel 1871 da un ex klansmen alla commissione d'inchiesta del Senato degli Stati Uniti d'America che indagava sulla ferocia della congregazione.
A parte queste "promesse", in realtà gli obiettivi dell'organizzazione erano tutt'altro che caritatevoli: essere si solidali con le vittime degli "Unionisti", ma soprattutto mantenere la supremazia della "razza" bianca, colpita nell'orgoglio dalle leggi sull'abolizione della schiavitù dei neri.
Infatti, il primo congresso del Klan si pose tre obiettivi politici concreti e inderogabili: rovesciare le amministrazioni locali appena elette, impedire ai neri di andare a votare, ostacolare i cosiddetti "carpetbaggers", ossia gli americani del Nord che andavano al Sud per reclutare manodopera. Nella logica perversa del Klan, l'unico modo per assolvere questi compiti era il ricorso al terrore e alla violenza.
Linciaggi, stupri, torture (la più praticata era quella di marchiare a fuoco tre "K" sulla spalla della vittima), impiccagioni, incendi di case e scuole per i neri, passarono all'ordine del giorno. Ora, visto che i cavalieri del Ku Klux Klan erano mascherati, nulla risultò più semplice che incolpare i neri dei delitti commessi dalla confraternita: la copertura del volto delegava qualsiasi responsabilità.
Uno degli episodi passati alla storia nella storia del Klan è la famosa "Saga dei Jeffers". Nel novembre del 1868 i cavalieri mascherati decidono di punire con un atto dimostrativo il signor Jeffers, un uomo di colore famoso per la sua opera sulla parità dei diritti. Così di notte si recano presso la sua fattoria per spaventarli e, chissà per praticare danni. Spaventato da quelle presenze e memore degli eventi accaduti ad altri ad neri, il fattore imbraccia il suo fucile e colpisce uno di loro. Presi dalla rabbia i cavalieri iniziano a bruciare l'intera fattoria, prendono il figlio più piccolo della famiglia è lo gettano fra le fiamme. La famiglia tenta la fuga, ma la signora Jeffers viene catturata ed impiccata ad un albero con un laccio di seta. Solo il signor Jeffers e quattro suoi figli riescono a fuggire. La fuga, tuttavia, durerà poco, poiché la congrega dei cavalieri dopo pochissimi giorni riesce a ritrovare gli scampati su un treno diretto a Dearing e, sotto gli occhi dello sceriffo, sono uccisi a sangue freddo.

E' impossibile stabilire con precisione il numero dei delitti commessi dal primo Ku Klux Klan: chiunque poteva indossare un cappuccio e vendicarsi di qualcuno. Ufficialmente si è a conoscenza solo di alcuni dati stabiliti dalla commissione di indagine aperta dal Senato degli Stati Uniti. Dal rapporto della commissione si evince che la Carolina del Sud e la Florida furono i due epicentri dell'attività terroristica del Klan.
Nella Carolina del Sud la commissione verificò che in nove contee, nell'arco di sei mesi, la confraternita degli incappucciati aveva linciato e assassinato trentacinque persone di colore, mentre aveva picchiato fino a trecento altri neri e insultato, ferito, mutilato o stuprato altre cento uomini e donne della comunità di colore. I neri si difendevano come potevano, arrivando ad ammazzare solo quattro bianchi, mentre sedici furono malmenati. Nessun caso di stupro di donne bianche ad opera di neri fu segnalato dalla commissione al Senato.
Anche la Florida è la destinataria del triste primato dei delitti commessi dal Klan. Dal 1868 al 1871, in otto contee su trentanove, si registrarono ben duecentotrentacinque assassini: nove su dieci delle vittime erano gente di colore. La più irrequieta fu la contea di Jackson, dove i crimini assumevano pure teatrali rappresentazioni. Infatti si racconta che nella città di Ocla, per vendicare la morte di un uomo bianco, tutti i presunti colpevoli (ovviamente di colore) furono impiccati dal Klan, mentre uno di loro fu fatto bollire in un pentolone e poi spolpato lo scheletro fu esposto in pubblico con un cartello con su scritto: "Solo la morte fa strada alla giustizia e la libertà".
Anche Nathan Bedford Forrest, il "Gran Wizard" dell' "Impero Invisibile" comparve dinanzi alla commissione del Senato che indagava sul Klan. Egli non ammise di essere il capo della congregazione o di farne parte, tuttavia nel suo interrogatorio ammise la sua convinzione sulla legittimità degli scopi del Klan. Con una faccia tosta, pari alla sua bassezza morale, affermò a chi lo interrogava «C'è una grande insicurezza nella gente del Sud. Moltissimi uomini del Nord arrivano e creano alleanze in tutto il Paese. I negri tengono riunioni segrete notturne e vanno in giro a turbare la quiete, stanno diventando molto insolenti e la gente del Sud è molto allarmata. [.]. Alcuni di questi negri hanno violentato delle signore e dopo essere stati processati e rinchiusi nel penitenziario sono stati liberati in pochi giorni. C'è molta insicurezza nel Paese, e credo che quest'organizzazione [il Ku Klux Klan] sia sorta per proteggere il debole, senza alcuna intenzione politica». Con molta arroganza Forrest aveva difeso e giustificato la confraternita degli incappucciati, con molta codardia si dichiarava estraneo all'organizzazione.

Di fronte all'ondata di crimini xenofobi e anticostituzionali commessi dai klansmen, il
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Un negro assassinato dai KMen
Congresso degli Stati Uniti prese una serie di provvedimenti legislativi noti come "Ku Klux Act", approvati per placare il razzismo e difendere i diritti civili della gente di colore.
Tra le altre azioni del Congresso fu istituito anche il "Freedmen's Bureau", un organismo specifico per aiutare gli ex schiavi nel reinserimento nella società. Anche molte istituzioni religiose fornirono assistenza agli ex schiavi, la più nota era l'American Missionari Association, che forniva maestri e scuole per i neri americani. Chiaramente queste ultime due istituzioni furono le più bersagliate dal Klan, perché impersonavano l'esatto opposto della politica razzista della congregazione dei cavalieri mascherati.
Nonostante il Congresso americano fece intervenire anche le truppe federali a difesa dei neri e della Costituzione statunitense, la violenza gratuita del Klan non cessò. Lo stesso Forrest aveva perso il controllo del Klan, o forse non l'aveva mai avuto. Così, appena il "Gran Wizard" decretò lo scioglimento della confraternita la violenza dei membri del Klan, sdegnati da questa decisione, non ebbe freni. Il Congresso statunitense e il presidente americano Ulysses Simpson Grant allora decisero il ricorso alla legge marziale e, grazie a questa mossa, il Klan iniziò ad accusare il colpo cominciando a sfaldarsi.
Quello che comunque concedeva una "certa" vittoria alla congregazione e, quindi, annullava le motivazioni ideologiche che permettevano al Klan di sopravvivere, arrivò proprio dal presidente degli Stati Uniti d'America. Infatti, nel 1866 il presidente Andrew Johnson aveva bloccato con un veto il "Civil Rights Bill" che avrebbe garantito definitivamente ai neri d'America il loro diritto al voto (occorrerà aspettare un altro secolo per veder attuati definitivamente in legge quei diritti civili negati alla gente di colore!).
Nel 1871 il Klan come istituzione, o meglio come sigla condivisa, scomparve. Il razzismo, invece, continuò a sopravvivere.

Nel 1915 il Ku Klux Klan risorse. A guidarlo fu il figlio di un ex klansmen, ex soldato, ex "apprendista pastore" della Chiesa metodista ed ex venditore di giarrettiere da donna dell'Alabama: William Joseph Simmons. L'atto che consacrò la rinascita della congregazione arrivò la notte del "Giorno del Ringraziamento" del 1915.
Quella notte Simmons, con una quindicina di adepti, salì sulla cima della Stone Mountain, una grossa collina situata nei pressi di Atlanta e nell'oscurità della notte bruciò una grossa croce posizionata di fianco a un grezzo altare di pietra su cui aveva appoggiato la bandiera americana, una Bibbia aperta, una spada ed una borraccia d'acqua di fiume "sacro". Da questo momento la croce in fiamme entra a far parte dell'iconografia del Ku Klux Klan.
In quella stessa notte Simmons si autoproclamò "Gran Wizard dell'Impero Invisibile", obbligando gli adepti presenti a quella cerimonia a prestare giuramento di fedeltà a lui e al redivivo Ku Klux Klan.
Il giuramento consisteva in nove domande e segnerà tutta la storia del redivivo Ku Klux Klan. Le domande ai gli adepti dovevano rispondere affermativamente ed erano approssimativamente queste:
Sei un bianco, nativo americano e cittadino americano?
Sarai ambiziosio così tanto da mostrarti serio e non egoista?
Sarai assolutamente contrario a tutto quello che è estraneo alla cultura americana?
Stimi gli Stati Uniti d'America e le sue relative istituzioni al di sopra di qualunque altro governo?
Farai rispettare la supremazia degli Stati Uniti d'America?
Credi nei principi del Klan e sarai fedele alle sue direttive ed agli altri klansmen?
Credi nella supremazia della "razza bianca" e ti prodigherai per tenerla sempre altra?
Accetti tutti gli usi e costumi del Klan?
Obbedirai fedelmente a quanto i dirigenti del Klan ti comanderanno?

Ammaliato dalla magia della lettera "K", Simmons la utilizzò come portafortuna in
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Scena di linciaggio tratta
da un film americano
tutte le parole relative al Klan: una riunione della congregazione era chiamata "Klonvokation", ed era presieduta da un "Kloncilium"; un covo locale era invece chiamato "Klavern", governato da un "Gran Ciklope" (presidente) e gestito da un "Kaliff" (vicepresidente), un "Klokard" (conferenziere), un "Kludd" (cappellano), un "Kligrapp" (segretario), un "Klabee" (tesoriere), un "Kladd" (maestro delle cerimonie), e con diversi "Klager" (sentinelle interne) e "Klexter" (sentinelle esterne) e, infine, un "Klokann" (comitato interno). Il contributo di adesione che i novelli klansmen dovevano pagare era chiamato "klecktoken".
L'idea di fondare di nuovo il "grande Klan dei cavalieri incappucciati" venne a Simmons da due libri che aveva letto, The Clansmen: An Historie Romance of the Ku Klux Klan e The Leopard's Spots (Le macchie del leopardo) entrambi di Thomas Dixon Jr., e dalla spettacolare versione hollywoodiana dell'anno precedente The birth of a Nation (Nascita di una Nazione) del regista David Wark Griffith.
Thomas Dixon avrebbe scritto i suoi due libri potrabilmente con l'intento di rivoluzionare il sentimento nordista con una rappresentazione distorta della storia degli uomini del Sud del Paese, trasformando ogni uomo bianco del Sud in un campione dell'americanismo e della libertà. Infatti, secondo Thomas Dixon il ku klux klan avrebbe rappresentato un baluardo della civiltà contro il pericolo dell'anarchia innescata dalla politica dei radicali repubblicani e dall'ardito tentativo di africanizzare gli Stati dell'Unione Americana. Nei libri e nel film si narrano le gesta eroiche di un gruppo di cavalieri che combattevano per giusta causa, in pratica erano alla ricerca di ladri, assassini e stupratori di colore che infangavano il buon nome dell'America e degli americani.
Molti si convinsero che i problemi economici e di sicurezza pubblica fossero legati alla presenza dei neri, degli ebrei e di altre minoranze presenti nel Paese. Alcuni aderirono subito all'iniziativa di Simmons. Inizialmente, però, il nuovo Klan non ebbe notevole"successo", attirando poche migliaia di seguaci. Quando la confraternita stava sul punto di autoestinguersi, Simmons incontrò due loschi personaggi che cambiarono il corso degli eventi: Edward Young Clarke e la sua amante Elizabeth Tyler.
Nel 1920 il trio decise di attuare un'operazione di marketing in grande stile per rinsaldare l'organizzazione. La prima trovata fu la pubblicazione di un libro-manifesto ideologico della congrega, il "Kloran"; la seconda fu quella relativa alla vendita di "acqua d'iniziazione di fiume sacro". Quest'ultima trovata fu dichiarata indispensabile per entrare a far parte del Klan, poiché nel cerimoniale d'iniziazione l'adepto si doveva bagnare con questo liquido "speciale" (una specie del rito del battesimo). L'acqua fu venduta a dieci dollari l'ampolla. Calcolando che ogni klansmen doveva necessariamente acquistare il "Kloran" e l' "acqua di fiume sacro" e che nel giro di dieci anni il Klan arrivò a contare oltre due milioni di iscritti, si può ben comprendere la fortuna che il trio riuscì a mettere da parte.
Il meccanismo di reclutamento di adepti alla setta era piuttosto semplice: prima si inviavano esperti oratori pseudo ministri di culto della Chiesa Cristiana Battista ad annunciare la prossima Apocalisse. Dopo una battente propaganda arrivava lui, il "Gran Wizard" William Simmons, che chiedeva a quei creduloni di arruolarsi nella propria "milizia" formata da cavalieri bianchi e cristiani in vista dell'imminente battaglia contro il male.

Negli anni Venti del Novecento, tra il Ku Klux Klan e alcuni circoli tedeschi di estrema destra si stabiliscono rapporti di scambio e d collaborazione all'insegna del razzismo anti-nero e anti-ebraico. Ma fu una collaborazione solo teorica, anche se effettivamente una loggia del Klan viene fondata in Germania, anche se non si tratta di un evento molto significativo. Nel febbraio 1921, a Berlino, il reverendo Otto Strohschein, tedesco di nascita e statunitense d'adozione, e suo figlio Gotthard fondano un Klan chiamandolo "Knights of the fiery Cross" (Cavalieri della Croce in fiamme). Ai due membri originario se ne aggiunse un terzo, Donald B. Gray, anch'egli statunitense di nascita e residente a Berlino. I tre americani di nascita non avevano comunque alcun contatto diretto con il Klan statunitense ed agiscono di propria iniziativa.
La "sezione distaccata" del Ku Klux Klan fa ben presto proseliti, aprendo tre logge nel Paese: "Viking", "Germania" e "Heimdal" (dal nome di una divinità pagana scandinava). Tra Berlino e provincia il Klan tedesco arriva a contare un migliaio di aderenti.
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Albert Pike
Col tempo gli adepti tedeschi della congregazione degli incappucciati iniziano a lamentarsi della troppa "americanità" del Klan, riuscendo ad allontanare i tre fondatori originali. Gray ritorna negli Stati Uniti nel 1925 e fonda una nuova loggia del Klan, mentre il reverendo Strohschein e suo figlio Gotthard riparano in Slesia e tentano di fornare in questa regione un'altra loggia della confraternita. La direzione dei "Cavalieri della Croce in fiamme" viene presa da Richard Brant, ex dirigente della Siemens, che prendendo a prestito il nome di una divinità si autoproclamò "Wotan".
Il nuovo governatore del Klan organizza la congregazione scrivendo anche un particolare giuramento che l'adepto doveva recitare, che si concludeva grossomodo così: ""Se, tuttavia, denuncio pubblicamente gli obiettivi di questo sacro ordine, diverrò vittima della vendetta del Klan. Tutte le mie ossa saranno rotte, i miei occhi saranno cavati e il mio corpo scomposto e gettato".
La scenografia utilizzata nelle adunate comprendeva una bandiera imperiale tedesca e uno stiletto (pugnale corto) appoggiati su di un grezzo altare e una fonte d'acqua dove gli adepti si bagnavano il capo. Le cerimonie di iniziazione sono tenute nelle foreste o su colline lontane dalle città.
Il Ku Klux Klan tedesco non fece atti di particolare rilevanza criminale ed ebbe brevissima vita, rimanendo attivo sino all'inizio degli anni Trenta quando il governo nazista, appena arrivato al governo, proscrive tutte le organizzazioni non direttamente create dal Partito.

Nei pensieri perversi e razzisti del nuovo Ku Klux Klan c'era la lotta a tutto ciò che era alieno alla tradizionale cultura del nordamerica, insomma tutto ciò che minacciava "la purezza americana": quindi, oltre ai neri (ora rappresentati dalla "National Association for the Advancement of the Colored People"), anche ebrei, cattolici, immigrati di ogni origine (specie italiani, poiché nella contorta logica del Klan facevano parte di una congiura papista per la conquista degli Stati Uniti d'America), socialisti e comunisti.
A questo punto si aggiunse alla "comitiva" formata da Simmons- Clarke-Tyler un altro losco individuo: un grasso dentista texano di nome Hiram Wesley Evans. Da questo momento, siamo nel 1923, il secondo Ku Klux Klan visse un grande momento di gloria e successo (anche se in negativo per chi ragiona!) sino al 1939. Evans fu nominato da Simmons "Kligrapp generale", una sorta di segretario generale dell'organizzazione.
Nel giro di poco tempo Evans relegò Simmons ad un ruolo puramente nominale di "Gran Wizard Imperiale", sbarazzandosi anche di Clarke e della signora Tyler, ormai nei guai per contrabbando di whisky e per aver turbato l'ordine pubblico (in pratica furono sorpresi insieme seminudi e completamente ubriachi). Il nuovo segretario generale organizzò il Klan a sua misura ed immagine, praticamente come un vero e proprio gruppo di potere politico, trasformando la confraternita da una setta patriottica in un partito in grado di acquisire potere politico ed esercitare pressioni sul sistema democratico statunitense. Nel 1923 Evans arrivò persino a far marciare pubblicamente per le strade di Kolomo, nel "nordico" Stato dell'Indiana, centinaia di migliaia di persone incappucciate. Klansmen arrivarono sino al Senato e persino alla carica di Governatore in diversi Stati.
Il secondo Ku Klux Klan poteva ancora definirsi segreto, ma in realtà non fu mai un'organizzazione esclusiva poiché i nomi degli iscritti erano noti e facilmente appurabili. Le stesse decisioni prese dai "Kloncilium" portavano i membri del Klan a farsi riconoscere. Ad esempio: una misura ripetutamente adottata dalla setta fu quella del boicottaggio economico. In pratica alle riunioni venivano indicati i negozianti sgraditi e per questo boicottati sino all'uscita dal commercio, oppure nelle vetrine dei negozi degli adepti del Klan veniva ben esposto un cartello con su scritto "TWK" ("Trade with Klan") per esortare i membri della confraternita a trattare affari solo tra di loro.
La relativa ricercatezza del secondo Klan non impedì, comunque, che fossero commessi crudeli manifestazioni di razzismo, come omicidi, linciaggi ed altre violenze gratuite. Anzi, l'insuccesso del disegno napoleonico di Evans va addossato proprio alla condotta criminale dei dirigenti dell'organizzazione, coinvolti in ogni tipo di reato, dalla ricettazione e contrabbando allo stupro. Così dopo milioni di adesioni, arrivarono ogni giorno migliaia di defezioni.

Il caso più eloquente della condotta criminale dei dirigenti del Klan, ma anche del
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Show di rifondatori della setta
potere che si acquisiva entrando a far parte della confraternita, è forse quello di David Stephenson, "Gran Dragone" dello Stato dell'Indiana e di altri quattordici Stati.
Nel 1920 Simmons incaricò Joe Huffington di organizzare il Klan nello Stato dell'Indiana. Huffington stabilì il suo quartier generale a Evansville, reclutando un giovane commesso, David Curtis Stephenson, come suo aiutante. Da commesso di legnami per la L.G. Julian Coal Company, Stephenson riuscì, grazie al suo carisma, ad acquisire potere all'interno del Klan, tanto da essere nominato nel 1922 "Gran Dragone" dello Stato dell'Indiana. Divenuto dirigente della confraternita, Stephenson acquisì potere anche al di fuori del Klan, occupandosi di scambio di voti per appoggiare ora quello ora quell'altro politico. Il "Gran Dragone" dell'Indiana era così potente che non a torto, al culmine della sua carriera, poté affermare: «Io sono la legge in Indiana».
Stephenson, che adorava Napoleone e voleva diventare Governatore dell'Indiana, di fatto s'impadronì di tutto il governo locale, diventando milionario e concedendo ai suoi klansemen cariche politiche. I suoi modi di fare erano megalomani, tanto che al "Konklave" organizzato il 4 luglio 1923 a Kolomo atterrò con il suo aereo privato color oro e, vestito con un abito color porpora, tenne il suo discorso osannato dai partecipanti.
Il potere economico e politico del "Gran Dragone" dell'Indiana ebbe però una breve durata. Infatti nel 1925 Stephenson fu coinvolto in uno scandalo che segnò in maniera indelebile la vita del Ku Klux Klan non solo nello Stato dell'Indiana ma in tutti gli Stati Uniti.
In pratica il dirigente fu coinvolto nel rapimento e nell'assassinio di una giovane segretaria: Madge Oberholtzer. Conosciuta in un party del politico Ed Jackson, fu rapita dagli uomini di Stephenson presso la stazione di Irvington, nelle vicinanze di Indianapolis. Madge Oberholtzer fu ripetutamente stuprata e mutilata da Stephenson. La donna fu morsa così tante volte che durante il processo fu descritta come "morsicata da un cannibale". Madge Oberholtzer denunciò il losco individuo prima di suicidarsi con del veleno. Processato, Stephenson fu arrestato e incolpato di stupro, rapimento e omicidio di secondo grado in una pubblica causa che vide l'intera opinione pubblica dello Stato dell'Indiana direttamente interessata alla vicenda. Stephenson fu condannato a trentuno anni di reclusione e imprigionato in un carcere del Michigan. La punizione inflitta al malfattore fu indubbiamente esemplare, ma se un uomo di colore avesse fatto quelle stesse cose sarebbe stato impiccato
dopo essere stato linciato.

La vicenda Stephenson-Oberholtzer influì notevolmente sulle successive defezioni che iniziarono ad arrivare da ogni parte degli Stati Uniti. Non solo, lo stesso ex "Gran Dragone" dell'Indiana contribuì anche al definitvo tramonto del Ku Klux Klan. Infatti Stephenson, meditando sulla mancata azione dei politici che aveva appoggiato o creato sulla sua liberazone dal carcere, divenne informatore dello Stato rilevando tutti i dettagli della corruzione che aveva sparso nello Stato dell'Indiana. Le rivelazioni di Stephenson mandarono in carcere un membro del congresso, il sindaco di Indianapolis John Duvall, lo sceriffo di Marion County e altri funzionari. Molti politici e funzionari pubblici furono costretti alle dimissioni per aver ricevuto favori e doni dal Klan. Il governatore dello Stato Ed Jackson fu salvato unicamente grazie all'immunità prevista dallo Statuto delle limitazioni. L'ex "Gran Dragone" uscì di prigione nel 1956.
Nel frattempo la direzione del Klan era passata a James Arnold Colescott, un veterinario che nel 1939 prende le redini della congregazione degli incappucciati con l'biettivo di dare al Ku Klux Klan un'impronta nazifascista. Proprio sotto la presidenza di Colescott, nel 1944 arrivò il colpo di grazia per l'organizzazione.
Infatti il "Gran Wizard" James Colescott si vide recapitare dal fisco una multa di ben 685mila dollari per le tasse non pagate dalla congregazione negli anni Venti. Poiché l'organizzazione era già alla deriva totale e non disponeva di quella somma, il 28 aprile 1944 in una "Klonvokation" tenutasi ad Atlanta fu deciso lo scioglimento definitivo della prima incarnazione dell'antico Ku Klux Klan. Nonostante lo sciogliemento, quello che restava del Klan diventò una schiera di piccole organizzazioni separate e rivaleggianti l'una con l'altra.

Durante la Seconda Guerra Mondiale tantissimi neri servirono le forze armate,
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William Joseph Simpson
combattendo con valore contro la follia di Hitler. Finita la guerra a partire dagli anni Settanta molti fanno carriera nelle fila dell'esercito, altri raggiungono buoni impieghi con alte cariche. Tuttavia la discriminazione razziale non cessa definitivamente, nonostante la società statunitense si è più aperta verso l'integrazione.
I razzisti in generale e quelli che in qualche modo si ispirano alle gesta del Ku Klux Klan, devono ora contrastare il "Movimento per i Diritti Civili" (Civil Rights Movement) che pretende, a giusto titolo, diritti civili e uguali trattamenti e opportunità. Per il cui il Klan risorge nuovamente per la terza volta. Gli obiettivi questa volta sono molto simili alla prima organizzazione originale: contrastare le rivendicazioni dei neri e mantenere la gente di colore in condizioni di inferiorità.
Nel 1960, a opera di Robert Shelton, viene deciso il rilancio del Klan, proponendo l'organizzazione come punta avanzata e radicale del fronte di opposizione all'integrazione razziale. Dopo una carriera di piazzista di pneumatici, Shelton si autoproclama "Gran Stregone Imperiale" della "United Klans of America Knights of the Ku Klux Klan". Il suo ufficio è nel cuore di Tuscaloosa in Alabama, la sua organizzazione è finanche registrata alla locale camera di commercio.
Le croci ritornano a bruciare durante le cerimonie degli incappucciati, ed episodi di linciaggi e barbari omicidi ricalcano le pagine dei giornali. Le maggiori organizzazioni di incappucciati che fanno capo al rinato Ku Klux Klan si chiamano ora "Black Legion" (dal color nero delle divise utilizzate), "Imperial Klan of America" (Klan Imperiale Americano) e "Knights of the White Camelia" (I Cavalieri della Camelia Bianca).
Probabile vittima illustre del Klan è Martin Luther King, pastore battista e uomo politico statunitense, uno dei più importanti leader del movimento dei neri americani per i diritti civili e principale sostenitore della resistenza non violenta alla segregazione razziale. Il 28 agosto 1963 guidò la storica marcia su Washington e pronunciò il famoso discorso che iniziava con le parole "I have a dream" (Ho un sogno). Nel 1964 fu insignito del premio Nobel per la pace. Il 4 aprile del 1968 venne assassinato a Memphis, nel Tennessee, da un sicario. Le circostanze della sua morte perdurano tuttora nell'oscurità.

Le considerazioni politiche riguardo al peso che il voto della gente di colore può avere nelle elezioni politiche, convince presidenti degli Stati Uniti, governatori, senatori del Congresso e candidati a ricoprire queste poltrone, dell'utilità di contrastare subito e in maniera radicale il razzismo del rinato Ku Klux Klan. Per questo molti agenti del "Federal Bureau of Investigation" (FBI) sono infiltrati nell'associazione degli incappucciati. Questa mossa dà subito i suoi buoni frutti e l'intera organizzazione razzista viene letteralmente ridotta in pezzi.
Attualmente esistono negli Stati Uniti nuove reincarnazioni del Ku Klux Klan, ma sono completamente autonome l'un l'altra e chiuse in se stesse. Si stima che queste organizzazioni abbiano un seguito valutato in circa cinquemila adepti in tutti gli States.
Il progresso della gente di colore nella società civile e politica degli Stati Uniti d'America e nel mondo è un duro schiaffo morale a chi pensa che basta avere la pelle di un colore diverso dal bianco per bollare un individuo come un essere "inferiore".
BIBLIOGRAFIA
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  • Ku Klux Klan, di Nencini F. - Mondadori, Milano, 1973.
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  • I cicli della storia americana, di Autori Vari - Edizioni Studio Tesi, Pordenone, 1991.
  • Gran Dragon: D.C. Stephenson and the Ku Klux Klan in Indiana, di Lutholtz M. W. - Purdue University Press, Lafayette, 1991.
  • Il Ku Klux Klan, in Storia del terrorismo, di Sinclair A. - Newton & Compton, Roma 2003