|
LA
CATTEDRA
d i S T O R I A
i n n e t w o r k
Tesi di laurea della dott. Bersa Bozdo
Corso in comunicazione internazionale
Università per stranieri di Perugia
|
SHQIPERIA: L'ARTE
ATTRAVERSO I SECOLI
Analisi delle forme di espressione artistica
in Albania, dalla pittura alla maschera
|
|
CAPITOLO III.
I GRANDI PITTORI
3.1. KOLE IDROMENO (1860-1939)
Nacque a Scutari. Cronologicamente è noto come il primo pittore del Rinascimento, ma per i valori artistici, lo definiscono come il miglior pittore di quel epoca. Idromeno fu un pittore, ma lasciò il segno anche come scenografo, fotografo, architetto, urbanista, musicista, e fu noto anche come l’ideatore dei primi spettacoli cinematografici in Albania. Studiò solo per poco tempo nell’Accademia delle Arti a Venezia, poiché non poté sopportare le rigide regole scolastiche di quest’accademia. Con l’aiuto di una famiglia albanese che abitava a Venezia cominciò a lavorare come aiutante presso lo studio di un pittore. Dopo viaggiò per molto tempo in Europa fino a quando si trasferì definitivamente a Scutari, nel 1878 (l’anno in cui i patriottici albanesi fondarono la Lega di Prizren), e dove realizzò le opere più belle. Durante il 1884, a Scutari, Idromeno aprì il suo studio fotografico che fu chiamato Driteshkornja e Koles [1]. Dopo i Marubi lui è tra i primi fotografi in Albania.
Nel 1912, in base agli accordi presi con i fratelli Lumiére, gli inventori della cinematografia, lui organizzò i primi spettacoli cinematografici in Albania.
I primi lavori in architettura di Kol Idromeno risalgono al 1906, ancora sotto il regime ottomano. La sua attività in architettura ha lasciato impronte importanti nell’organizzazione urbanistica e nella fisionomia architettonica della città di Scutari.
Nei suoi quadri, specialmente nei ritratti, si vede maggior interesse per l’aspetto sociale della vita quotidiana. Nei quadri con soggetti e temi religiosi ci sono frammenti che con uno stile quasi realistico descrivono la vita e le attività sociali della città. Nella pittura come nella fotografia lui cercò di fissare la varietà e l’originalità di Scutari, le usanze e gli abiti tradizionali della zona.
Molti giovani impararono da lui varie tecniche e metodi di dipinto. Le sue costruzioni in architettura ed urbanistica servirono a migliorare e cambiare Scutari e con le attività artistiche contribuì a finché la sua città restasse per molto tempo il centro principale dello sviluppo delle arti visive in Albania. Con i quadri di Idromeno ebbe inizio anche la scuola realista albanese e diversi suoi dipinti costituiscono ancora oggi uno dei tesori più preziosi della tradizione nazionale. Una personalità complessa come Idromeno influenzò nella formazione di molti nuovi pittori di questo periodo ed anche per quelli avvenire.
Nel 1924 Idromeno disegnò il quadro Dasma Shkodrane[2] , che diventò subito conosciuta al gran pubblico. Il tema e laico e fu molto apprezzato per la descrizione accurata delle usanze originali del paese.
Si rappresenta una cerimonia festiva, una raffigurazione minuziosa di un momento importante del matrimonio albanese a Scutari. La costruzione del quadro appare essere esterna, ma in ogni caso sembra d’essere presente nella festa. La sposa si trova in capo al corteo nuziale circondata dai paraninfi e tutte le persone che servono secondo la tradizione. Tutti sono vestiti con gli abiti tradizionali albanesi della zona secondo il sesso, il rango e l’età.
Nel quadro ci sono molti elementi e particolarità etnografiche autentici. L’ambiente caratteristico di Scutari, le case recinte da muri alti, le finestre, gli alberi, i caminetti, i minareti, tutto e raffigurato perfettamente, in modo tale da poter cogliere tutta la bellezza del posto, degli abiti e delle particolarità anche solo guardando il quadro.
Caratteristico nel quadro sono anche le donne e gli uomini raffigurati. Si nota pero, un pò di pesantezza nelle ombre senza trasparenza. Questo può essere successo anche perché il pittore si accosta al metodo meccanico che usa nel fare le fotografie. In ogni caso la scena nella sua totalità è vivace. Il quadro suscita nell’osservatore una forte sensazione di calore determinata dalla presenza dei raggi di sole e fasce di luce che illuminano tutta l’immagine. Tale effetto è ulteriormente evidenziato dall’accostamento di colori leggermente spenti e allo stesso tempo dolci.
Il quadro ha valori etnologici nel raffigurare precisamente gli usi ed i costumi e in un certo senso svela un pò di più un aspetto importante nella vita della città di Scutari all’inizio del XIX secolo, come lo è il matrimonio.
Il quadro MOTRA TONE[3], 75x60cm, olio. Scutari 1883
La storia
Tone Shkanjeti (Idromeno), la sorella di Kole, era sposata con Andrea, uno degli intellettuali più civilizzati di Scutari. Lui voleva che la moglie indossasse vestiti occidentali diversamente dalle altre spose che mettevano gli abiti popolari. Kole Idromeno sapendo che alla sorella piacevano gli abiti tradizionali e non le poteva mettere, decise di ritrarla con quegli abiti, così a gennaio del 1883, Kole realizzò il ritratto della sorella Tone. Questo quadro è uno dei più bei quadri dell’arte albanese.
Motra Tone fu esposta per la prima volta nel 1954, quando divenne proprietà della Galleria d’Arte di Tirana. Prima di quella data non fu mai presentata e restò sempre nella casa di Kole Idromeno.
Motra Tone fu il primo quadro con importanza artistica della nuova arte pittorica albanese.
Tone in questo ritratto rappresenta la donna della classe media di Scutari. Lei è ancora giovane, vestita bene secondo i canoni della tradizione. Si vede che è una casalinga ed è molto umile. Il gesto di coprirsi il viso con il manto bianco fa capire la timidezza e lo sguardo è preoccupato. Questo svela il suo stato d’animo. In quel periodo la donna era chiusa e sottomessa e doveva ubbidire al marito o al padre. A Scutari queste restrizioni erano più presenti, tanto che per strada, anche le donne cristiane, dovevano coprirsi il capo.
Il ritratto è lavorato accuratamente, il ricamo del vestito, le decorazioni, le particolarità, tutto è disegnato con estrema attenzione per far trasparire la bellezza dell’abito tradizionale. Il vestito ed i gioielli metallici raffigurano anche la bravura nella lavorazione della filigrana del popolo di Scutari.
Il ritratto nella totalità sembra immobile, come il vecchio modo di dipingere le icone, dalle pieghe del vestito alla sagoma del viso e delle mani.
La luce che illumina il quadro è sbiadita e i colori sono un po’ spenti, ma il colorito è lo stesso bello, quasi argentato. Motra Tone è un quadro realista, è un quadro di molto valore come un oggetto dell’artigianato popolare, invece il suo contenuto svela un aspetto importante sia sociale che psicologico della società di Scutari di quel tempo.
3.2. VANGJUSH MIO (1891-1957)
Nacque a Korça (città nell’est dell’Albania). Mio i primi studi li fece nella città natale. Nel 1908 partì per la Romania e nel 1915 cominciò gli studi all’Accademia Nazionale delle Belle Arti di Bucarest. Durante l’ultimo anno degli studi (1919) aprì la sua prima mostra di paesaggi a Bucarest. Nel 1920 aprì la prima esposizione a Korça, che fu anche la prima in tutta l’Albania. Dopo queste attività si trasferì a Roma dove proseguì gli studi all’Accademia delle Belle Arti (1920-1924). Nel 1924 tornò definitivamente in Albania.
Fino alla fine della vita Vangjush Mio dipinse ed ha aperto il maggior numero di mostre personali. Partecipò in tutte le attività artistiche nazionali e fu una personalità molto amata per le sue qualità nella pittura. Vangjush Mio è il pittore paesaggista più conosciuto dell’epoca del Rinascimento e dell’Indipendenza.
VJESHTE NE DRENOVE[4] , 48x63cm, olio, Korça 1934.
La storia
Vangjush Mio fu sempre appassionato nel dipingere i paesaggi. Vjeshte ne Drenove fu il culmine artistico del pittore. I quadri di Mio sono un patrimonio importante dell’arte albanese del Rinascimento e dell’Indipendenza. Mio sarà per molto tempo il pittore di paesaggi più bravo in assoluto. Mio seguiva attentamente anche le correnti artistiche dei paesi vicini ed anche quelli mondiali, portando nell’arte albanese le varianti più contemporanee. Lui fu il primo e l’unico impressionista in Albania.
Il quadro Vjeshte ne Drenove fu esposta per la prima volta nella seconda Mostra Nazionale del 1942 a Tirana e anche in mostre personali di Mio. Dopo diventò proprietà della Galleria Nazionale.
3.3. ANDREA KUSHI (1884-1959)
Nacque a Scutari. I primi studi nella città natale gli diedero la possibilità di conoscere le creazioni d’artisti come Idromeno, Martini e Marubi, i quali gli fecero scoprire l’amore per la pittura. Nel 1912 iniziò a studiare disegno a Belgrado e dopo una piccola interruzione si laureò nel 1920. Lavorò come insegnante di pittura nel liceo d’Elbasan e nel liceo di Tirana. Kushi fu ideatore del primo corso di disegno in Albania nel 1931. Ispirati da questo corso si riuscì ad aprire la scuola d’arte “Shkolla e Vizatimit”, la prima in Albania. Kushi ha realizzato tanti bei ritratti, molti dei quali sono custoditi nella Galleria Nazionale delle Belle Arti. Le sue opere hanno tanti valori artistici. Grazie alla sua bravura ha scoperto molti nuovi talenti e li ha aiutati nella loro carriera di artisti, i quali oggi sono tra i più noti pittori albanesi.
PLAKU ME SHKOP[5] , 55x75cm, olio, Tirana 1933
La storia
Durante il periodo in cui era insegnante alla scuola d’arte, Kushi vedeva sempre un vecchio che stava appoggiato al muro della scuola e decise di disegnarlo. I primi schizzi li diedero l’idea di usarlo come modello anche per gli studenti; cosi creò il ritratto Plaku me shkop, uno dei migliori quadri del pittore del epoca della rinascimento. Ci sono tante variazioni del quadro fatte dai suoi studenti.
Per la prima volta il quadro fu presentato davanti agli studenti di Kushi nella scuola dell’arte. Il quadro servì anche da modello per la tecnica del disegno. Nella prima mostra di Scutari nel 1923, Andrea Kushi vinse il primo premio.
Il quadro Plaku me shkop riscosse maggior successo quando fu esposto alla Galleria Nazionale delle Belle Arti, dove è custodito ancora oggi.
3.4. ANDRONIQI ZENKO (N 1913)
Nacque a Korça. Iniziò gli studi nella città natale. L’arte e la maestria del disegno lo imparò da suo padre, il noto pittore iconografo, Vangjel Zenko. Nel 1930 comincia l’Accademia ad Atene, studiando pittura. Torna in Albania nel 1935 dove iniziò a lavorare come professoressa di dipinto alla scuola femminile di Korça. Nel 1937 aprì la sua prima mostra, che fu nello stesso tempo la prima mostra aperta da una donna in Albania. Partecipò a tutte le attività artistiche di Tirana e Korça e vinse anche molti premi nazionali. Tra le sue opere ci sono molti dipinti di chiese nelle zone di Tirana, Korça e Valona. Diversi quadri sono in collaborazione con il padre e la sorella (Sofia Zenga), anche loro pittori. I dipinti delle sorelle Zengo nei templi sacri sono un evento particolare in Albania. Zengo è anche una paesaggista molto brava.
POGRADECI, 70x80cm, olio, Pogradec 1936.
La storia
Questo quadro fu dipinto subito dopo che la pittrice finì gli studi ad Atene. Il lago di Pogradec, dipinto anche dal maestro Mio, attrasse anche la pittrice Zengo, che rappresentò in un’altra forma questa bellezza della natura albanese. Il quadro Pogradeci è anche uno dei più belli e più conosciuti della pittrice. Il dipinto Pogradeci fu esposto per la prima volta nella mostra che aprì Androniqi Zengo nel 1937 a Tirana. Nel 1942 lei aprì la sua seconda mostra a Tirana, questa volta insieme alla sorella, la pittrice Sofia Zengo.
Il quadro Pogradeci dopo che diventasse proprietà della Galleria Nazionale delle Arti, è stato esposto anche in molte mostre internazionali.
3.5. NDOC MARTINI (1880-1917)
Nacque a Scutari. Era ancora studente quando nella città natale aprirono un’esposizione con i migliori disegni di Martini all’interno della scuola. L’esposizione raggiunse molto successo e Martini partì per continuare a studiare arte in Italia. Studiò per due anni a Roma, dopo tornò nel Collegio Arberesh di S.Dhimiter Korones, dove continuò a dipingere per un pò di tempo. Il soffitto di una sala del collegio è dipinto da Martini, in essa si raffigurano diverse città, personalità della cultura mondiale ed anche un autoritratto. Dopo qualche anno si trasferì a Parigi per continuare gli studi, invitato da Aladro Kastrioti. Si esercitò per molti mesi e dopo che il pretendente al trono lo abbandonò, lavorò presso lo studio di un pittore francese. Durante questi anni realizzò molti dei suoi quadri più belli, dove si notò il ritratto Doktor Prela, che è uno dei suoi capolavori. Gli ultimi anni di vita furono molto difficili per lui. Morì a Parigi in giovane età, malato e povero. Molti quadri sono rimasti all’estero e una parte di loro si sono persi.
DOKTOR PRELA[6] , 46x52cm, olio, Scutari 1914.
La storia
I ritratti di personaggi ripresi dalla vita quotidiana, una caratteristica di molti pittori del rinascimento, si presenta anche in Martini con il quadro “Doktor Prela” dopo “Motra Tone” d’Idromeno. Ci sono poche informazioni sulla realizzazione di questo quadro. Il quadro ci dà lo stesso un’immagine chiara del periodo della creazione, mostrandoci lo stato e la psicologia dell’intellettuale albanese, all’inizio del secolo scorso. “Doktor Prela” è il capolavoro di Martini ed uno dei quadri più belli dell’arte albanese della Rinascenza.
Doktor Prela per la prima volta si presentò dopo la morte del pittore, nel 1923, nella mostra organizzata dalla società Rozafa, a Scutari. Dopo il 1954 lo prese la Galleria Nazionale dove è ancora in mostra.
3.6. SIMON RROTA (1887-1961)
Nacque a Scutari. Rrota fece i primi studi nella città natale, dove la lezione di disegno era tenuta dal pittore Saverio Polaroli. Questo professore li diede l’incitazione per seguire la strada dell’arte, ma il pittore dal quale Rrota fu influenzato di più era Kol Idromeno. Dopo gli studi da Idromeno, lui studiò all’Accademia di Brera in Italia. Quando tornò in Albania, lavorò per molti anni come fotografo a Lushnja (città del centro Albania), e dal 1922 fino alla fine della sua vita insegnò disegno nel liceo di Scutari. L’opera di Rrota è composta di paesaggi, ritratti che raffigurano vari aspetti della vita albanese di quel tempo. Influenzato da Idromeno, Simon Rrota si concentrò nel rappresentare le tradizioni nazionali; i suoi quadri oggi sono la testimonianza più bella del patrimonio etnografico di Scutari. I soggetti dei quadri di Rrota sono vestiti con gli abiti tradizionali. I dipinti sono stati fatti in modo tale da poter notare i colori stupendi e gli ornamenti caratteristici di questi abiti del nord.
TE PUSI I FSHATIT[7], 60x85.5cm, olio, Scutari 1934.
La storia
Dopo Idromeno, Simon Rrota è l’artista più noto che immortalerà nell’arte valori della cultura nazionale ed in particolari gli ornamenti degli abiti popolari. I quadri di Rrota sono una documentazione accurata sulla ricchezza e la varietà d’abiti ed oggetti nel nord dell’Albania; anche i soggetti sono posti in modo da riflettere nella totalità questi abiti nazionali. Gli elementi cromatici rappresentano al meglio i colori degli ornamenti popolari di Scutari. Tutte queste caratteristiche si percepiscono esattamente nel quadro Te pusi i fshatit, che è uno dei quadri più belli di Simon Rrota. Con questo dipinto lui diventò noto per i valori artistici che portò nella pittura albanese dell’Indipendenza.
I quadri di Rrota furono esposti per la prima volta a Scutari nel 1923. In quella mostra, la prima a Scutari, Rrota vinse il primo premio. Dopo partecipò in altre esposizioni, ma il dipinto Te pusi i fshatit diventò più famoso quando fu esposto alla Galleria Nazionale.
3.7. SPIRO XEGA (1863-1953)
Nacque ad Opar[8]. Il primo approccio con l’arte arrivò nelle chiese del villaggio, dove era attratto dalle icone e le pitture murali. Varie testimonianze dimostrano che, Xega studiò nello studio di un iconografo durante gli anni che andava in Istambul, ma lui principalmente si forma come un pittore autodidatta. Xega si distingue da tutti i pittori della Rinascenza per il suo stile particolare ed originale che non lo troviamo negli altri pittori predecessori, che studiarono presso il suo studio. L’originalità di Xega ti rimane impressa nella mente nel quadro Çeta e Shahin Matrakut (la banda di Shahin Matraku). Le composizioni su Scanderbeg sono un’altra particolarità di questo pittore. I quadri sull’Eroe Nazionale sono più di una decina e in tutte si nota la sua espressione singolare. Durante la sua vita non poté mai aprire una mostra personale e non ebbe la possibilità di partecipare alle altre mostre.
ÇETA E SHAHIN MATRAKUT[9], 108x130cm, olio, Korça 1922.
La storia
Il quadro più bello di Xega e anche tra i più belli dell’arte della rinascenza, in continuazione ha affascinato gli esperti dell’arte per la particolarità e per il metodo di realizzazione. I ricordi dei famigliari ed i coetanei spiegano che Xega realizzò il dipinto direttamente dalle immagini che aveva fissato durante gli incontri con le bande , che lottavano per la liberazione dell’Albania. Si dice che i primi schizzi li abbia fatto proprio sulle montagne, dove c’era la guerra. Guardando attentamente la foto si può pensare che il disegno sia fatto direttamente in natura. In ogni modo il valore artistico a questo quadro è dato dallo stile particolare di Xega. I suoi quadri per molto tempo rimasero nel suo studio. Il quadro Çeta e Shahin Matrakut per la prima volta si presentò nel 1957 nella Galleria Nazionale di Tirana.
3.8. ZEF KOLOMBI (1907-1949)
Nacque a Sarajevo, in una famiglia originaria di Scutari di Gjon Kolombi. Rimase orfano molto piccolo e si trasferì a Scutari dove visse con i nonni. Il gran desiderio di studiare pittura in Italia lo fecce vagare per molto tempo tra le difficoltà e la miseria senza nessun aiuto. Finalmente, nel 1929, riuscì a realizzare il sogno di studiare pittura nell’Accademia delle Arti a Roma. Nel 1933, appena finiti gli studi, cominciò a lavorare come insegnante di disegno alla Normalja e Elbasanit. Dopo sette anni tornò definitivamente a Scutari. Kolombi morì in giovane età (42 anni), ma ha lasciato in ogni caso un patrimonio ricco di quadri bellissimi, che si distinguono dagli altri dipinti dell’epoca. Kolombi fu autore di molti quadri, ritratti, paesaggi, ma lui si distinse in tutta la pittura albanese per le nature morte. I quadri t’incantano con la maestria del disegno, la delicatezza, la luce degli oggetti, dove la trasparenza dei cristalli è dipinta con cosi tanta cura che crea un’armonia unica con la morbidezza e da dolcezza della frutta.
NATURA MORTA, 60x75cm, olio, Scutari 1937.
La storia
Le nature morte, come Rrush e dardhe (che è il dipinto dell’altra pagina), Kolombi li disegnò durante il periodo che lavorava come insegnante di disegno alla scuola d’Elbasan. Gli studiosi definiscono questo periodo come l’apice del successo di Kolombi. I quadri di Kolombi hanno arricchito la pittura albanese con un nuovo genere di dipinto, le nature morte, genere mai trattato prima da altri pittori. Nei suoi quadri impreziosì i colori mettendoli su sfondi scuri, rendendo più percepibile la loro trasparenza e lo splendore dei cristalli. Rrush e dardhe si definisce il quadro più bello del pittore.
Zef Kolombi presentò i suoi quadri per la prima volta nella mostra nazionale del 1942. Ora i quadri sono proprietà della Galleria Nazionale a Tirana.
Nel prossimo numero il
QUARTO CAPITOLO:
SCUTARI TRA FOTOGRAFIE E MASCHERE
|
|
NOTE
[1] Traduzione: La Stampa luminosa di Kol. In quel periodo la stampa era l’unico mezzo di comunicazione e quindi lui fece una metafora intendendo le foto come una stampa luminosa.
[2] Traduzione: Il matrimonio a Scutari
[3] Traduzione: Sorella Tone
[4] Trad. Autunno a Drenova, paese nel nord dell’Albania
[5] Traduzione: Il vecchio con il bastone
[6] Traduzione: Il dottore Prela
[7] Traduzione: Il pozzo del villaggio
[8] Un villaggio albanese vicino alla città di Korça, nel sud-est dell’Albania
[9] Traduzione: La banda di Shahin Matraku
|
|
|