Avventuriero e navigatore al servizio della corona spagnola, tra il 1789 e il 1794 condusse una straordinaria missione scientifica e naturalistica che lo portò prima lungo le coste pacifiche delle Americhe, quindi nelle Filippine.
Alessandro Malaspina, uomo di mare e di cultura
di MARIO VERONESI
Il secolo XVIII si caratterizzò per le numerose spedizioni transoceaniche, rivolte in modo particolare all'esplorazione ed alla conoscenza scientifica. Si assistette per la prima volta alla realizzazione di spedizioni internazionali, con la partecipazione di studiosi di discipline diverse e la successiva diffusione dei risultati conseguiti. Questo ciclo storico si concluse idealmente con la missione attorno al mondo di Lapérouse (1741-1788) prima e di Malaspina (1754-1810) poi. Alessandro Malaspina, in particolare, portò a compimento un'impresa voluta dalla corona spagnola e in un certo senso raccolse l'eredità del francese.
In Spagna, come in altri paesi d'Europa, la seconda metà del Settecento fu caratterizzata da una intensa attività culturale e scientifica, promossa e sostenuta dalla diffusione delle idee illuministiche ai massimi vertici dello stato. Attorno a Carlo III (1716-1788), indubbiamente il più intelligente e aperto sovrano spagnolo del XVIII secolo, gravitava un gruppo di funzionari e intellettuali intenzionati a introdurre nell'apparato statale tutta una serie di riforme volte ad ammodernare le strutture amministrative, sia in patria sia nelle colonie. In campo scientifico il sovrano spagnolo promosse gli studi di geologia, botanica e zoologia anche nei paesi d'oltremare, dove la varietà degli ambienti favoriva nuove indagini e scoperte. Molti scienziati spagnoli fecero dell'America il loro laboratorio di ricerca e per loro merito le scienze della natura ebbero nella penisola iberica un notevole sviluppo.

Alessandro Malaspina fu a capo di una spedizione che per la prima volta fece del
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Alessandro Malaspina
lavoro di gruppo il suo punto di forza, in un perfetto coordinamento tra l'attività di marinai, soldati, scienziati e tecnici. Malaspina era nato il 5 novembre 1754 nel castello di Mulazzo (Pontremoli), figlio del marchese Carlo Morello e di Caterina Melilupi di Soragna. Discendente dalla celebre famiglia feudale italiana coerede, prima del 1000, della "Terra Obertenga" in Toscana, e contitolare della marca della Liguria orientale e della marca di Longobardia. Nell'XI secolo i Malaspina stabilirono il loro potere sulle città di Luni, Genova, Tortona, Bobbio, Pavia, Piacenza, Parma, Cremona. Nel secolo successivo l'espandersi dei comuni ridusse il loro territorio alle alte valli dell'Appennino, dove fondarono un organismo politico-territoriale. Nel 1221 il grande feudo fu diviso fra Corrado e Obizzone, la spartizione territoriale segnò anche la ramificazione della casata: Corrado divenne il capostipite dello Spino Secco e Obizzone dello Spino Fiorito.
In quasi tutte le famiglie nobili per evitare la divisione dei feudi era consentito il matrimonio al solo primogenito. Per questa ragione Alessandro Malaspina fu inizialmente destinato a prendere gli ordini religiosi. Una scelta alla quale il diretto interessato si oppose, ottenendo di intraprendere la carriera militare, a cui invece era destinato il fratello Luigi. Così Alessandro entrò nell'Ordine dei Cavalieri di Malta e il fratello nell'Ordine di Santo Stefano. Non è casuale che i figli cadetti destinati alla carriera militare entrassero in un ordine cavalleresco, infatti gli statuti di diversi Ordini prescrivevano il celibato. In questo modo la famiglia si sentiva tutelata: se un cavaliere di Malta avesse avuto figli, costoro sarebbero stati esclusi dalla linea di successione del feudo.
Dal 1762 al 1765 Alessandro, visse con la famiglia a Palermo, presso il prozio Giovanni Fogliani Sforza d'Aragona, vicerè di Sicilia. Dal 1765 al 1773 fu convittore a Roma, nel Collegio Pio Clementini retto dai Padri Somaschi. Visse circa un anno sull'isola di Malta, e apprese sulle navi dell'Ordine i primi rudimenti dell'arte della navigazione. Nel 1774 entrò nella Real Armada e a Cadice, il 18 novembre di quello stesso anno, ricevette il grado di Guardiamarina. Nel gennaio 1775, imbarcato sulla fregata Santa Teresa, partecipò alla spedizione in soccorso di Melilla, assediata dai marocchini; pochi giorni dopo fu promosso Alfiere di Fregata. Nel luglio dello stesso anno partecipò all'assedio di Algeri e nel marzo dell'anno successivo fu promosso Alfiere di Vascello. Dal 1777 al 1779, imbarcato sulla fregata Astrea, compì un viaggio nelle Filippine; durante questa spedizione fu promosso Tenente di Fregata. Nel gennaio 1780, imbarcato sul vascello San Julin, partecipò alla battaglia di Capo Santa Maria e nel febbraio fu promosso Tenente di Vascello.

Dal marzo 1783 al luglio 1784, in qualità di Comandante in seconda della fregata Asuncion, compì un secondo viaggio nelle Filippine. Nel 1785, sul brigantino Vivo, adibito a rilevamenti idrografici, lavorò alla cartografia di alcuni tratti della costa spagnola. Dal settembre 1786 al maggio 1788, al comando della fregata Astrea, compì, per conto della Real Compagnia de Filipinas, un viaggio commerciale attorno al mondo (rotta del Capo di Buona Speranza all'andata e Capo Horn al ritorno).
Nello stesso anno
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Carlo III di Spagna
conobbe il Brigadiere Vicente Tofino, che stava preparando a Cadice una nuova cartografia navale per conto del governo spagnolo. Questo gruppo di giovani ufficiali di Marina aveva l'appoggio del conte di Aranda, eminente uomo di stato alla corte di Carlo III. Nel 1788 Malaspina insieme a Josè Bustamante y Guerra, presentò al re un progetto per una spedizione nelle colonie americane e del Pacifico, con il duplice scopo di raccogliere materiale scientifico e di conoscere in maniera ottimale le condizioni e le risorse dell'impero spagnolo d'oltremare. Il 14 ottobre il re diede il suo consenso. Iniziarono così i preparativi per quella spedizione che per durata, lunghezza d'itinerario, e risultati scientifici può essere considerata tra le più complete realizzate nel corso del XVIII secolo.
Nell'arsenale della "Carraca" furono appositamente costruite due corvette, la Descubierta e l'Atrevida. Gli equipaggi, composti da circa 100 uomini per nave, prevedevano anche la presenza di scienziati, tecnici e soldati. Il 30 luglio del 1789 le due corvette lasciarono il porto di Cadice, la prima al comando dello stesso Malaspina e la seconda del Bustamante, con a bordo due attrezzati laboratori per la raccolta e lo studio dei materiali raccolti, utili per la conoscenza dell'oceano e delle regioni visitate. Facendo tesoro dell'esperienza di coloro che l'avevano preceduto, e in particolare di James Cook (1728-1779), Malaspina organizzò il suo viaggio fin nei minimi dettagli, circondandosi di collaboratori selezionati tra i migliori d'Europa. Tra gli altri, parteciparono all'impresa il naturalista Antonio Pineda, il cartografo Felipe Bruzà, l'astronomo e cartografo Dionisio Alcalà Galiano, il naturalista Tadeo Haenke dalla Boemia, i pittori Fernando Brambilla e Juan Ravenet dall'Italia. Il governo spagnolo, e il mondo accademico e scientifico, erano consapevoli del fatto che la Spagna non aveva mai inviato sui mari una spedizione meglio equipaggiata e meglio guidata.

La spedizione giunse a Montevideo il 20 settembre successivo. Il 15 novembre riparti dal Rio de la Plata per la Patagonia e le isole Malvine (Falkland), la cui importanza strategica sulla rotta di Capo Horn era stata messa in luce dai grandi viaggi transoceanici degli anni precedenti. Le due corvette, entrate nell'oceano Pacifico nei primi giorni del 1790, si diressero verso l'Isola di Chiloè. Oltre alle solite operazioni geodetiche e astronomiche, a Chiloè furono compiute due escursioni e una accurata determinazione della longitudine. Il 19 febbraio la Descubierta e l'Atrevida ripresero il mare per Valparaiso, ma visto la mole di ricerche da effettuarsi, Malaspina stabilì che si procedesse separatamente su itinerari diversi. Da Valparaiso una parte degli ufficiali si recò nella vicina Santiago, per prendere contatto con le autorità locali e per compiere rilevamenti fisico-astronomici.
Ripartita il 14 aprile, la spedizione giunse dopo quattro giorni a Coquimbo, dove la mattina del 30 aprile le corvette si divisero per la seconda volta. la Descubierta raggiunse le Isole San Fèlix e perlustrò il litorale del Perù fino al Callao. L'Atrevida proseguì lungo la costa fino allo scalo d'Arica, poi giunse al Callao. Dopo i necessari approvvigionamenti, il 20 settembre 1790 la spedizione ripartì verso Guayaquil, dove furono compiute diverse escursioni lungo la costa e verso l'interno. Il 28 ottobre le due corvette fecero rotta per Panama, dove gli scienziati al seguito fecero importanti osservazioni naturalistiche. Fu in questa occasione che Malaspina progettò e studiò per primo la possibilità di realizzare un canale che mettesse in comunicazione i due oceani.
All'inizio del 1791 mentre le due corvette navigavano lungo il Costa Rica, Malaspina decise una nuova separazione: l'Atrevida, dopo aver visitato le Isole Cocos, doveva dirigersi verso Acapulco, mentre la Descubierta avrebbe compiuto una ricognizione più accurata della costa fino ad Acapulco. Appena giunto in questo porto, Malaspina ricevette dalla Spagna l'ordine di esplorare sistematicamente la costa nord-occidentale del continente, per verificare l'attendibilità della relazione di Lorenzo Ferrer Maldonado (morto nel 1625 in Spagna), che tanto interesse aveva suscitato in Europa.
La perlustrazione compiuta dalla Descubierta e dall'Atrevida, sulle coste meridionali dell'Alaska, tra la metà di giugno e la fine di luglio del 1791, non portò alla scoperta del mitico passaggio nell'Atlantico ma alla verifica, peraltro rimasta ignorata per quasi un secolo, che lo Stretto di Maldonado non esisteva. La campagna del Nord-Ovest durò in totale poco più di quattro mesi, dalla partenza da Acapulco all'arrivo a Monterrey. Esplorate rapidamente anche le coste californiane, l'Atrevida navigò verso Acapulco e la Descubierta verso San Blas. Il 14 ottobre 1791 le corvette si trovavano di nuovo nel porto di Acapulco e all'inizio del nuovo anno intrapresero la parte più avventurosa del viaggio, dirigendosi verso le Isole Marianne.

Il primo ancoraggio fu stabilito nella Baia di Umatac, nella parte occidentale di Guam. La spedizione Malaspina
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L’itinerario di Malaspina tra il 1789 e il 1794
giunse nelle Filippine alla fine di febbraio del 1792. Mentre il botanico Luis Neé si inoltrava nella regione meridionale dell'isola di Luzon, Antonio Pineda si recava nella parte centrale dell'isola. Il lavoro di raccolta e classificazione dei dati fu enorme, e condotto in condizioni climatiche proibitive (Antonio Pineda fu colpito da un violento attacco di febbre che lo portò alla morte il 23 giugno). A Manila la spedizione si fermò fino al 15 novembre, registrando la più lunga permanenza a terra di tutta la spedizione. Da Manila, l'Atrevida salpò per Macao, mentre la Descubierta e le imbarcazioni di appoggio furono utilizzate per esplorare accuratamente i mari delle Filippine.
Nel dicembre 1792 la navigazione riprese verso gli sperduti gruppi insulari del Pacifico meridionale. Questa deviazione verso terre non ufficialmente soggette alla Spagna aveva, oltre a scopi di carattere scientifico, anche altri fini, come rivendicare la priorità spagnola di alcune scoperte e verificare la situazione politico-amministrativa delle colonie inglesi. Cosi fu nel caso della lunga sosta, dal 13 marzo all'11 aprile 1793, a Port Jackson, nei pressi della Botany Bay. Dedicata invece prevalentemente allo studio della popolazione indigena fu la successiva tappa a Vavao, nelle Isole degli Amici, dove le corvette giunsero il 20 maggio 1793.
Il viaggio di ritorno si svolse seguendo quasi interamente l'itinerario già percorso. Le corvette giunsero al Callao verso la fine del luglio 1793 e qui furono sbarcati gli ammalati e alcuni scienziati, che per dedicarsi allo studio delle regioni interne dei continente sudamericano raggiunsero Buenos Aires via terra. Salpate da Montevideo il 21 giugno 1794, le due corvette giunsero a Cadice il 21 settembre. La perfetta organizzazione del lavoro avevano permesso di compiere con grande accuratezza, in ogni scalo, le previste esperienze fisico-astronomiche, di eseguire i rilevamenti cartografici e di raccogliere una massa enorme di dati statistici, di animali, di piante e di reperti etnologici. Una parte di questi materiali era stata inviata in Spagna durante il viaggio, una parte arrivò con le corvette nel giugno 1794. Subito dopo il ritorno, si iniziò ad ordinare i dati e il materiale, in previsione della stesura di un'opera monumentale che avrebbe dovuto impegnare ancora per molti anni gli scienziati e i tecnici che avevano partecipato al viaggio.

Ma poco più di un anno dopo, il 22 novembre 1795, il Consiglio di Stato, presieduto da Carlo IV (1748-1819), deliberò l'arresto di Malaspina con l'accusa di complotto contro lo stato. Il 20 aprile 1796, dopo un inconcludente processo, Carlo IV decise di degradare il Malaspina e di segregarlo alla Coruna (Galizia), nell'isolato castello di San Antón, dove rimase prigioniero fino al 1802. Una parte dei materiali raccolti dalla spedizione venne sequestrata e forse finì distrutta; il resto si disperse in vari archivi. Essendo venuto a mancare il coordinamento, la pubblicazione dei risultati del viaggio fu solo parziale e passò quasi inosservata sia in Spagna sia nel resto d'Europa. I rilevamenti cartografici furono utilizzati per disegnare moderne carte dell'America e dell'Oceania, e che in gran parte vennero pubblicate nei primi anni dell'Ottocento dalla Direcciòn de Hidrografia, di cui erano divenuti direttore e vicedirettore due compagni di Malaspina, Josè Espinosa y Tello e Felipe Bauzà. Espinosa pubblicò anche delle "memorie astronomiche", mentre il botanico Luis Neè cominciò a catalogare le piante che erano state collezionate durante il viaggio. Una piccola parte dei disegni eseguiti dai pittori al seguito della spedizione servì a illustrare la Relacion del viaggio delle golette Sutil e Mexicana, data alle stampe nel 1802.
Nel 1799 a soli cinque anni dal ritorno di Alessandro Malaspina dalla spedizione, un altro illustre viaggiatore lasciava l'Europa a bordo della nave Pizarro, diretto verso le stesse colonie ispano-americane: era Alexander von Humboldt (1769-1859). Il grande scienziato tedesco uscendo dal porto di la Coruna, volse il suo pensiero allo sfortunato Malaspina che si trovava prigioniero in quella fortezza. Nel 1802 Malaspina, grazie all'interessamento dell'amico conte Paolo Greppo e di Francesco Melzi d'Eril, che a loro volta coinvolsero anche Napoleone Bonaparte, riuscirono a intercedere presso la corte spagnola per la liberazione del Malaspina. Nel 1803 la pena fu commutata in esilio. Alessandro Malaspina lasciò quindi la Spagna e, sbarcato a Genova, raggiunse Mulazzo, da dove proseguì per Pontremoli. Nel 1807 ebbe le prime avvisaglie del male incurabile che lo portò alla morte il 9 aprile 1810.
BIBLIOGRAFIA
  • R. Giura Longo e P. Rossi, Con Malaspina nei mari del Sud - Graphis, 1999
  • D. Manfredi e F. Remedi, Alessandro Malaspina studi e documenti per la biografia del navigatore - La Spezia, Accademia Lunigianese di scienze "Giovanni Capellini", 1985
  • R. Russo, L'attività estrattiva in Cile all'epoca della spedizione Malaspina - Bari, G. Laterza, 1998.
  • G. Fiori, I Malaspina: castelli e feudi nell'Oltrepò Piacentino, Pavese, Tortonese - Piacenza, Tip.Le.Co, 1995.
  • G. Guagnini, I Malaspina: origini, fasti, tramonto di una dinastia - Milano, Il biscione, 1973.