Numero 204 - Novembre 2013
Il capitano corsaro francese Duguay-Trouin, diventato ufficiale della Marina Reale, conduce un raid vittorioso contro la colonia portoghese. L’ufficiale, originario di Saint-Malo, dimostra che si può conseguire il successo anche con forze inferiori.
1711, colpo di mano francese a Rio de Janeiro
di MAX TRIMURTI
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Ritratto di Guay-Trouin
Dal 1701 la Francia di Luigi XIV è impegnata nella Guerra di Successione che la oppone, con il suo alleato spagnolo, al Sacro Romano Impero, all’Austria, alla Prussia, alla Gran Bretagna, alle Province Unite (Olanda), al Portogallo e ad altre corone europee. La sua marina incontra diverse fortune. Agli inizi, la Marina Reale deve supplire alle carenze della flotta madrilena che si rivela incapace di assicurare la scorta dei galeoni, carichi delle ricchezze del Nuovo Mondo. La cosiddetta battaglia dell’Atlantico, nel conflitto precedente – durante la Guerra dei 9 anni (1688-97) – ha visto le imprese di Jean Baptiste Ducasse che, con Bernard de Saint Jean de Pointis, fu l’artefice di una importante operazione contro la città di Cartagena nelle Indie Occidentali (attuale Colombia) nell’aprile-maggio 1697. Lo stesso anno fa il suo ingresso nella Marina Reale, con il grado di Capitano di fregata, un marinaio di Saint-Malo destinato a diventare un grande comandante: Renée Duguay-Trouin. L’uomo, nonostante i suoi 24 anni, non è un novizio.

Nato il 10 giugno 1673 in una famiglia di armatori, Renée Duguay-Trouin si era imbarcato per la prima volta, nel 1689, su una nave corsara, la Trinità. L’anno seguente si era messo in evidenza durante una serie di combattimenti sulla Grenedan. Questo primo fatto d’arme gli aveva permesso, ad appena 18 anni, di assumere il comando del Danycan. Dal 1692 al 1695, in qualità di capitano corsaro, Dugay-Trouin comandò in successione altre cinque vascelli (il Coetguen, il Profond, l’Hercule, la Diligente e il François), moltiplicando le conquiste di navi inglesi e olandesi. Nel 1696, al comando del Sans Pareil, riuscì ad attaccare un convoglio olandese e a impadronirsi di tre vascelli da guerra, di dodici navi mercantili e del vice ammiraglio Wassenaer. Questo brillantissimo episodio gli valse l’ammissione nei ranghi della Marina Reale francese.

E’ pertanto a quest’uomo d’eccezione (nella sua carriera catturò 300 navi mercantili e 20 vascelli da guerra) che, nel 1711, viene affidata la missione di organizzare e condurre la spedizione a Rio de Janeiro, che contribuirà a consolidare definitivamente la sua fama. Per la Francia si tratta in primo luogo di vendicare il capitano Du Clerc (o Duclerc). Questi, partito nel 1710 con cinque vascelli e 800 uomini di truppa, era sbarcato 40 miglia a sud di Rio de Janeiro e aveva mancato di poco la conquista della colonia portoghese. Catturato, era morto in condizioni misteriose. In ogni caso, per la Francia si trattava di mettere le mani sulle ricchezze raccolte in Brasile - trasferite una volta all'anno verso Lisbona - e di dare una lezione alla colonia che accoglie nel suo porto protetto le navi della coalizione.
Luigi XIV in persona interviene nella preparazione della spedizione. Il 19 marzo 1711 il sovrano consegna, insieme al suo segretario di stato per la Marina, Conte di Pontchartrain, un contratto di armamento misto con Duguay-Trouin e i suoi associati. Si tratta di un modo originale (Stato-privati) di finanziamento e di impiego della marina. La maggior parte della logistica risulta a carico della Corona, ma il finanziamento vero e proprio viene assicurato dai privati. Un modo altrettanto originale di ricavare vantaggi dai vascelli da guerra, il cui armamento si rivela troppo costoso per il Tesoro.

Il segreto circonda i preparativi della spedizione
Il re mette a disposizione della società di Saint-Malo sette vascelli di linea, quattro fregate, una corvetta, due galeotte per le bombe e un'altra nave minore, per un totale trasportato di 6 mila uomini. I bastimenti vengono armati in gran segreto nei cinque grandi porti della costa atlantica (Brest, La Rochelle, Rochefort, Dunquerque e Saint-Malo). Il contratto reale accorda a Duguay-Trouin e ai suoi armatori “l’intera disponibilità dei vascelli di questo armamento per essere impiegati a loro destinazione”. Queste condizioni estremamente favorevoli consentono di preparare al meglio la spedizione. A più riprese l’intervento del Conte di Tolosa - Ammiraglio di Francia e terzo figlio legittimo di Luigi XIV, interessato finanziariamente all’affare – serve ad appianare alcune difficoltà dovute alla scarsa volontà cooperativa del Conte di Pontchartrain.
Il 9 giugno 1711 la squadra riunita a La Rochelle si prepara per la partenza e l’insegna di Duguay-Trouin sventola sul Lys, un vascello di 74 cannoni. Dopo un breve scalo alle isole del Capo Verde la flotta francese, composta di 15 navi, compare davanti a Rio de Janeiro il 12 settembre seguente, senza aver incrociato alcuna nave nemica.

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Battaglia navale all'inizio del XVIII secolo
Il seguito delle operazioni è impressionante.
L’azione ha inizio con l’ingresso nella grande baia del vascello del Cavaliere de Courserac, uomo che conosce un poco i luoghi; egli apre la rotta alle altre navi che attraversano lo stretto passaggio al riparo della nebbia. Il governatore della piazza, Francisco Castro e Moraes, fiducioso all’eccesso nel suo sistema difensivo, aveva per certi aspetti facilitato questo ingresso a un porto peraltro difeso da nove forti e protetto da una squadra.
La notte seguente i Francesi si impadroniscono dell’isola delle Capre (ilhas das Cabras, che diventerà più tardi ilhas dos Cobras), primo punto d’appoggio da dove i Portoghesi vengono cacciati in meno di un'ora. Il 13 settembre il materiale d’assedio viene sbarcato e l’indomani quasi 3 mila uomini prendono posizione per le operazioni. Il 19 Duguay-Trouin intima al governatore portoghese di capitolare, ottenendo un netto rifiuto. A quel punto ha inizio il bombardamento della piazza, mentre la squadra nemica, composta da quattro vascelli e tre fregate, viene incendiata. Il 21 l’assalto finale consente ai Francesi di entrare nella città, dove liberano 360 sopravvissuti della spedizione Duclerc e fanno celebrare un Te Deum nella chiesa dei Gesuiti.

Dopo i combattimenti, i saccheggi
Alla fine dei combattimenti si verificano le abituali scene di saccheggio. Tale condotta attirerà a Duguay-Trouin, al suo ritorno, severi rimproveri da parte di Porchartrain, nonostante il comandante della spedizione fosse riuscito a salvaguardare le chiese, le cui ricchezze erano state affidate ai religiosi. Il 10 ottobre il governatore portoghese si decide a negoziare la capitolazione della piazza e accetta il versamento di un notevole riscatto. Il pagamento viene completato il 4 novembre e il 13 seguente la squadra francese riparte da Rio de Janeiro con un rilevante bottino: 1.350 kg d’oro, 1,6 milioni di lire di merci preziose. I danni subiti dai Portoghesi sono considerevoli e ammontano a più di 20 milioni di lire. A tutto questo va aggiunta la distruzione di una sessantina di navi mercantili nemiche. Da parte francese si lamenta nondimeno la perdita di 500 uomini.
Durante il viaggio di ritorno una terribile tempesta al largo delle isole Azzorre provoca l’affondamento di due vascelli e la scomparsa di più di 1000 uomini. La squadra rientra a Brest il 6 febbraio 1712, dimostrando che la marina inglese è ancora ben lontana dal possedere quel pieno controllo degli oceani che conseguirà cento anni più tardi.
Il successo della spedizione attribuisce a Duguay-Trouin una fama internazionale e agevola il processo di pace. A partire dal 27 luglio 1712, l’Inghilterra firma una “sospensione delle operazioni”, alla quale il Portogallo aderisce nel novembre seguente. L’anno seguente la Pace d’Utrecht pone termine alla Guerra di Successione di Spagna. Il colpo di mano di Duguay-Trouin a Rio de Janeiro causò perdite notevoli ai Portoghesi e rese forse un po' meno amara la conclusione della guerra per la Francia.
BIBLIOGRAFIA
  • René Duguay-Trouin, Mémoires de M. Du Guay-Trouin, lieutenant général des armées navales de France et commandeur de l'ordre royal et militaire de Saint Louis - Paris, France-Empire, 1991.
  • Jean-Yves Nerzic, Duguay-Trouin, armateur malouin, corsaire brestois - Editions H&D, 2012,
  • Angus Konstam, Pirati e corsari. Uomini e navi 1660-1830 – Editrice Goriziana, 2013.
  • François Thomazeau, Sac de Rio, pour la France… et pour le butin!, “Guerres & Histoire”, n. 3, settembre 2011