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Il gioco della rivoluzione
in America Latina
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I ragazzi del Che. Storia di una rivoluzione mancata, di Ludovico Incisa di Camerana - Corbaccio, Milano 2007, pp. 402, euro 20,00
«Un'ombra domina l'America Latina nella seconda metà del secolo XX e si prolunga nel duemila: l'ombra di una rivoluzione mancata. Mancata come espansione, proseguimento e correzione della grande rivoluzione della prima metà del secolo: la rivoluzione messicana. Mancata come espansione e proseguimento della piccola rivoluzione della seconda metà del secolo: la rivoluzione cubana. L'eroe della rivoluzione mancata, l'argentino Ernesto Guevara, detto il Che, compendia nella sua figura lo slancio e la debolezza di una generazione attivista: lo slancio di una volontà rivoluzionaria che non obbedisce ai richiami del realismo politico; la debolezza di una filosofia rivoluzionaria troppo romantica, che cerca di abbinare a una strategia militare elitaria l'utopia di un sollevamento di massa. Questo saggio mira a spiegare l'impatto della sua personalità e della sua vicenda in una generazione latinoamericana, in quell'avanguardia giovanile che, con lui o come lui, si è battuta fieramente ma invano per cambiare un continente, destinato, sull'orma del modello occidentale di modernizzazione, ad altre vie di trasformazione». Così Ludovico Incisa di Camerana, già ambasciatore in Venezuela e Argentina, attento conoscitore delle vicissitudini storiche dell'America Latina, descrive la sua ultima fatica.
Al centro del suo volume troviamo il dottor Ernesto Guevara, discendente di famiglie che appartengono all'albero genealogico della grande colonizzazione spagnola. Molte pagine sono dedicate alle sue peregrinazioni, alla formazione culturale, alle scelte politiche, alle esperienze rivoluzionarie, al periodo trascorso nel governo di Castro dopo il successo della rivoluzione cubana e al tragico epilogo della sua vita sulle montagne della Bolivia. Ma dopo questo profilo del Che il volume si allarga sino a diventare un grande affresco in cui il vero protagonista, dietro le spalle di Guevara, è la Rivoluzione, nelle sue varianti latino-americane.
Qui l'idea rivoluzionaria nasce in ambienti studenteschi, cerca di trasformare l'università in un microcosmo rivoluzionario, trova scarsi consensi negli ambienti operai e li ricerca nel mondo rurale dove diventa populismo e cade nelle mani di qualche caudillo. In un continente dove i moti studenteschi vengono generalmente repressi o distorti verso altri fini, la rivoluzione cubana è certamente una eccezione e ha il grande merito, secondo uno studioso francese, di essere sopravvissuta. Ma il castrismo non basta al Che. Dopo una insoddisfacente esperienza politico-amministrativa al vertice cubano, il dottore argentino parte per la sua ultima avventura alla ricerca di una improbabile rivoluzione contadina. Alla domanda «Chi ha ucciso Guevara?», un suo biografo risponde: «I nemici e lui stesso».
Eppure la storia di un sogno mancato e di una esperienza fallita continua a nutrire l'immaginazione di molti giovani al di qua dell'Atlantico. Nella parte conclusiva del suo libro Incisa di Camerana esamina i collegamenti europei di questa speranza rivoluzionaria, da Régis Debray, compagno del Che in Bolivia, a Giangiacomo Feltrinelli, ammiratore di Fidel Castro e paradossalmente convinto che gli avvenimenti latino-americani potessero essere un modello per l'Italia. Esistono quindi in questo libro due Che: quello che appartiene alla storia politica dell'America Latina e quello che, dopo avere ispirato i sogni rivoluzionari del '68, continua a soddisfare gli appetiti romantici delle generazioni successive e a decorare i salotti della borghesia europea.
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Cultura di massa e società italiana 1936-1954, di D. Forgacs e S. Gundle - Il Mulino, Bologna 2007, pp. 448, euro 25,00
Il cinema, i rotocalchi, i fumetti, i fotoromanzi, la radio, i dischi di musica leggera: sono i primi strumenti del consumo culturale di massa sviluppatosi in Italia negli anni del fascismo e nel dopoguerra. A questa fase iniziale dell'espansione della cultura popolare commerciale, prima dell'avvento della televisione nel 1954, è dedicato il libro, che offre una documentata ricostruzione dell'evoluzione delle maggiori industrie culturali e dei consumi di film, dischi, settimanali. Grazie anche a una ricchissima serie di testimonianze orali, raccolte in diverse regioni del paese, vengono illustrati gli effetti della cultura di massa sui valori e sui modelli di comportamento in trasformazione. Lungi dal costituire una cinghia di trasmissione del potere o uno strumento di distrazione, la cultura commerciale - nella prospettiva degli autori - ha avuto nel periodo considerato un ruolo cruciale di emancipazione e modernizzazione, diffondendo valori e modelli, ad esempio nelle relazioni fra i sessi e fra le generazioni, che hanno inciso a fondo nella società italiana e che spesso sono entrati in conflitto con gli stessi progetti educativi dello stato, dei partiti di massa e del movimento cattolico.
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Robert Oppenheimer: il padre della bomba atomica. Il trionfo e la tragedia di uno scienziato, di K. Bird e J.M. Sherwin - Garzanti, Milano 2007, euro 43,00
Robert Oppenheimer è stato uno dei maggiori scienziati di tutti i tempi, un autentico genio della fisica. È stato anche uno straordinario manager e organizzatore: è merito suo se il Progetto Manhattan riuscì in tempi brevissimi a produrre la prima bomba atomica, frutto di un gigantesco sforzo collettivo che Oppenheimer riuscì a coordinare con successo.
Tuttavia quel trionfo segnò anche l'inizio di una tragedia personale che ci può aiutare a capire la drammatica complessità del mondo in cui viviamo. Di fronte agli effetti devastanti di Hiroshima e Nagasaki, Oppenheimer iniziò una riflessione sul rapporto tra tecnica e politica che lo portò ad avanzare una radicale proposta per il controllo internazionale dei materiali nucleari e a opporsi alla realizzazione della bomba all'idrogeno. E la sua libertà intellettuale ne fece ben presto un personaggio sospetto, oggetto di violente campagne di stampa. Venne istituita un'apposita commissione, che dopo averlo interrogato stabilì che non poteva più avere accesso ai segreti nucleari americani.
La straordinaria biografia di Bird e Sherwin, premiata con il Pulitzer, ricostruisce una vicenda fondamentale del Novecento: l'accurato lavoro d'archivio è il fondamento di un racconto in cui s'incardinano la storia del Novecento americano, il rapporto tra scienza e potere e un dramma umano di struggente fascino. Ancora nel cuore oscuro del «secolo breve», Robert Oppenheimer, il padre della bomba atomica getta luce sulla nostra attualità, quando la minaccia nucleare, percepita allora con profetica chiarezza, ha assunto forme ancora più inquietanti.
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Il Vaticano nella seconda guerra mondiale, di G. Angelozzi Gariboldi - Mursia, Milano 2007, pp. 280, euro 18,00
Sin dalla sua prima pubblicazione, nel 1992, questo volume ha provocato un vivace dibattito per la quantità e la qualità dei documenti che vi sono raccolti e che mettono in luce la complessa trama della diplomazia vaticana durante la Seconda guerra mondiale.
La Chiesa avrebbe potuto fare qualcosa per salvare la pace e per prevenire le persecuzioni, le deportazioni e i massacri nazifascisti? L'Autore spiega in modo esauriente quali furono le problematiche e i condizionamenti che limitarono la libertà d'azione del pontefice nei sei anni del conflitto. Le pressioni degli anglo-americani per ottenere la condanna di papa Pacelli contro i crimini nazisti; i retroscena dei bombardamenti su Roma; il ruolo della Santa Sede per la pace negoziata tra Germania e Inghilterra; i rapporti diplomatici con Berlino. Questo libro, considerato da molti un contributo fondamentale alla riabilitazione di Pio XII, è ancora oggi un punto di riferimento per chiunque voglia capire il ruolo della Chiesa nella Seconda guerra mondiale.
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Serafino Germinario, un prete scomodo, di R. D'Ambrosio - Palomar, Bari 2007, pp. 142, euro 12,00
È la biografia intellettuale di un frate cappuccino, padre Serafino da Santeramo, che dedicò la sua vita "all'educazione civile dei lavoratori e alla loro elevazione materiale".
Predicatore, formatore, intellettuale, promotore di cooperative e fondatore delle prime sezioni del Partito Popolare di don Luigi Sturzo in Puglia, Serafino Germinario si è più volte scontrato con le gerarchie ecclesiastiche proprio a causa di quella 'scomidità' tipica di chi lavora nella realtà socio-politica: la 'scomodità' di chi ha scelto di consumare la propria vita "tra il chiostro e là dove vi sono opppressori". La sua, spiega l'autore, è la storia comune a tutti quei preti e laici credenti che, tra sfide e sofferenze, hanno cercato di incarnare il Vangelo come strumento di liberazione per i poveri e per gli ultimi.
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L'altra famiglia. Storie e percorsi di affido al Villaggio Sos, di A. Bortolotti - Curcu & Genovese, Trento 2007, pp. 134, euro 12,00
La grande storia è fatta di tante microstorie, di quotidianità e banalità del vivere, di routine e di piccole ma immense tragedie personali che a stento trovano spazio nella saggistica "alta". La sfida di Annachiara Bortolotti è stata proprio questa, fare della sua vicenda personale di bambina affidata al servizio sociale una piccola storia di un mondo sconosciuto ai più. L'autrice aveva diciotto mesi quando il servizio sociale l'allontanò dalla sua famiglia per destinarla al Villaggio Sos di Trento, impegnato (in Italia, così come in altri 132 paesi del mondo) nell'assistenza ai minori in difficoltà e nell'affido. Qui troverà un'altra famiglia e un'altra madre. E vi resterà fino a diciotto anni. Un'esperienza non facile, anche se ricca di incontri ed emozioni. Alla sua vicenda, al racconto e alle storie di chi con lei ha condiviso gli anni del Villaggio, a un'analisi delle realtà dell'affido, a una disamina che tocca anche i delicati territori della psicologia e del comportamento è dedicato questo intenso volume.
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La lunga strada per Genova. Diario di guerra dal 9 settembre 1943 al 26 aprile 1945, di P. Apostolo - Marna, Barzago 2007, pp. 328, euro 20,00
Sono pagine di un diario, scritto dal Capitano di Corvetta Pietro Apostolo, Ufficiale di Collegamento fra la Commissione Alleata di Controllo e i Governi Badoglio prima e Bonomi dopo, nei loro spostamenti attraverso l'Italia liberata. Sono pagine di storia non ancora conosciuta dalla maggior parte degli italiani, che sanno tutto o quasi di quello che è successo nell'Italia occupata dai Tedeschi, ma poco o nulla di quello che è successo dall'altra parte.
«Quando ci fu l'armistizio - spiega la curatrice Maura Maffei -, Pietro Apostolo si trovava a Pola e ricevette l'ordine di condurre la sua nave a Taranto, per consegnarsi agli Alleati. Egli obbedì, pur sapendo che in questo modo sarebbe rimasto separato dalla famiglia, dai genitori e dalle sorelle che vivevano a Genova Sampierdarena. Egli antepose il suo dovere di Ufficiale della Marina Italiana agli affetti. Con gli Angloamericani risalì la Penisola, seguendoli prima a Brindisi, a Salerno, poi a Roma e infine a Firenze, aggregato all'Intelligence Service. Agì sempre con onore, con diplomazia e con grande senso del dovere; potremmo dire con amor di Patria, se non fosse un'espressione purtroppo desueta. Ma il suo tormento interiore fu atroce...».
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