Negli anni '30 e '40 i tre fratelli seppellirono il mondo di risate
QUEGLI ASSURDI MARX CHE FECERO LA GRANDE RIVOLUZIONE UMORISTICA
di MARIAN CECCHI
"Signori della corte, può darsi che Cicolini si comporti come un idiota e abbia la faccia da idiota. Non fatevi ingannare. Egli è realmente idiota! Propongo una condanna esemplare a trent'anni e un condono dopo trenta giorni."
"Senti, condanna o condono, ma con donne".
"Cicolini, un numero da uno a dieci"
"Undici!"
"Esatto"
"Adesso ti faccio io un indovinello. Qual'è quella cosa che pesa una tonnellata e mezzo, ha una lunga proboscide e vive nei circhi?"
"Ciò è irrilevante!"
"Esatto! Ci sono un sacco di irrilefanti nei circhi!"
E così via.
Quello che vi stiamo proponendo non è un dialogo registrato in qualche manicomio. Sono alcune battute del processo per alto tradimento contro Cicolini (interpretato da Chico Marx), fedifrago ministro della guerra dello Stato di Freedonia. L'accusatore è il Primo Ministro in persona, Rufus T. Firefly (Groucho Marx). La scena è tratta dal film La guerra lampo dei fratelli Marx, girato nel 1933: sono gli anni di maggior gloria dei Fratelli Marx; la "guerra lampo" è il loro quinto film in cinque anni Gli scatenati fratelli hanno saputo conquistare le platee, in un periodo in cui pur non mancava una concorrenza molto agguerrita nel campo del film comico: basti pensare a personaggi entrati nel mito, come Charlie Chaplin o la coppia Stan Laurel-Oliver Hardy.
Abbiamo parlato di "film comico"; probabilmente una delle ragioni del grande successo dei Fratelli Marx è questa: che essi non sono, a modesto avviso di chi scrive, classificabili come "attori comici". Eppure é davvero difficile stare seri assistendo a uno dei loro scatenatissimi film.
Ma l'attore comico non deve suscitare il riso? Verissimo. Ma è altrettanto vero che chi suscita il riso non è necessariamente un comico, soprattutto quando questa definizione rischia di essere riduttiva, come tutte le definizioni. E questo vale tanto più per i fratelli Marx. Non è un caso se ancor oggi un film dei Fratelli Marx suscita reazioni contrastanti: è difficile trattenere il riso, ma se chiedete il parere di più spettatori, vedrete che non mancherà chi li giudica assolutamente idioti, chi confessa di non aver capito nulla, chi, addirittura, li trova angoscianti.
BATTUTE A QUADRUPLO SENSO E questo accade perché i Fratelli Marx, dotati di eccezionali talenti
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In primo piano i tre fratelli Marx
individuali, che tuttavia sapevano fondersi in modo da formare un gruppo perfetto, mal sopportano, come dicevamo sopra, qualsiasi definizione, classificazione, inquadramento. Insomma, vorremmo dire che l'unica definizione che si può dare dei Fratelli Marx è che sono i Fratelli Marx. Vedere per credere. Ma con una raccomandazione: guardate i loro film almeno due o tre volte, per riuscire ad afferrare tutte le battute a raffica di Groucho, con i loro doppi, tripli o quadrupli sensi, per gustare fino in fondo l'incredibile mimica di Harpo, per non perdere nessuno degli interventi di devastante illogica di Chico.
Abbiamo parlato di questi tre fratelli. Già, perché come ci insegna la storia, i cinque Fratelli Marx erano quattro: Harpo, Chico e Groucho.
Erano cinque, come poteva testimoniare la madre, che non solo li mise al mondo, ma li avviò anche al mondo dello spettacolo: Gummo, Zeppo, Harpo, Chico e Groucho. Gummo non interpretò mai alcun ruolo, occupandosi di organizzazione e di soggetti, mentre Zeppo ebbe una stagione abbastanza breve, ritirandosi dalle scene dopo aver girato, nel 1933, Duck Soup (letteralmente, Zuppa d'Anatra, in versione italiana "La guerra lampo dei fratelli Marx").
Nelle sue memorie Groucho dedica molto spazio alla figura della madre, della quale sottolinea il grande amore per il mondo dello spettacolo e l'eccezionale attaccamento ai figli: fu lei, come dicevamo, a spingerli allo studio della musica e della recitazione, fu lei a sostenerli nei duri anni di gavetta nei teatrini del vaudeville, dove il guadagno di una serata poteva servire, al più, per mangiare il giorno dopo. Abbiamo parlato anche di musica: infatti i Fratelli Marx erano anche eccellenti musicisti (Harpo era arpista, Chico pianista e Groucho chitarrista) e spesso nei loro film, quasi per dare un po' di respiro allo spettatore, un breve intermezzo musicale viene ad allentare una tensione, o a fare da ponte tra una scena e l'altra.
DAL TEATRO AL GRANDE SCHERMO Passati diversi anni di duri sacrifici, finalmente, nel maggio del 24, i Fratelli Marx riescono ad arrivare a Broadway. Dopo alcune commediole, il successo arriva l'anno successivo con The Cocoanuts (Noci di cocco), strampalata satira del boom edilizio in California: un anno di repliche e due anni di tournée parlano da soli. Nel 28, altro grande successo teatrale con Animal Crackers. Ormai la gente fa la coda al botteghino: i tempi sono maturi per il grande salto: il cinema. Siamo nel 1929, da due anni il cinema ha conosciuto una grande rivoluzione: il sonoro. Un film muto dei fratelli Marx sarebbe impensabile!
L'arrivo sul Grande Schermo, in un'epoca in cui la televisione non esisteva ancora, significa l'esplosione della notorietà anche fuori dei confini nazionali. I primi due film, del 29 e del 30, riprendono in pieno titoli e soggetti delle due fortunatissime commedie. Ormai i Fratelli Marx sono consacrati come "qualcosa" di più e di diverso dagli altri comici. Ognuno di loro si è inventato una caratterizzazione, che non abbandonerà più. Groucho ha grandi baffoni neri (dipinti, come le sopracciglia), occhiali e stringe eternamente tra i denti un grande sigaro; le sue principali vocazioni sono campare senza lavorare e fare il rubacuori, in particolare con ricche vedove. Chico si inventa uno strambo accento italoamericano, uno strano zucchetto in testa e una tendenza all'imbroglio e alla vessazione del prossimo, fatti così palesemente da divenire opera d'arte. Harpo adotta una parruccona a riccioli biondi, lo sguardo stralunato e fa sempre il muto, valorizzando le sue incredibili doti di mimo; eternamente a caccia di ragazze, eternamente senza un soldo, porta una palandrana da cui estrae le cose più incredibili (da una fiamma ossidrica per accendere il sigaro, a un cannoncino per forzare una cassaforte, ad una tazza di caffè fumante che porge al poveretto che gli chiede "mi dai qualcosa per prendermi un caffè?"). Zeppo, onesto attore senza infamia e senza lode, fu per diversi film spalla degli straripanti fratelli; poi, come dicevamo, sparì dalle scene, anche perché ormai i Fratelli Marx erano loro tre, personaggi assolutamente centrifughi, sapientemente dosati in scena in modo che ognuno avesse il suo ruolo, che non si sovrapponeva mai con un altro, ma completava piuttosto un mosaico.
IN MUTANDE E CILINDRO In Animal Crackers, ad esempio, film girato nel 1930, il primo a comparire è Groucho, che interpreta la parte del grande esploratore, capitano Spaulding. In pochi istanti, dopo aver polemizzato col capo degli schiavi negri che lo ha trasportato in portantina e che pretende una tariffa troppo alta, si mette subito a fare una corte spietata alla riccona che ha organizzato il ricevimento in suo onore. Una corte in verità un po' curiosa, che comprende anche apprezzamenti pesanti sulla casa della gentile ospite e il consiglio di trasformarla in ristorante a prezzo fisso con cartello "nuova gestione".
Mentre il capitano Spaulding, uomo di cui gli astanti hanno appena celebrato il coraggio leonino, giace svenuto dalla paura a causa di un bruco trovato sul bavero della giacca, ecco arrivare in scena il capo degli orchestrali reclutati dalla padrona di casa per allietare la festa. Si tratta di Chico, che per prima cosa reclama il pagamento per la musica che non ha ancora suonato, considerando che la sua orchestra fa tariffe più alte per i giorni in cui non suona, rispetto ai giorni in cui tiene concerti. Mentre Chico è ancora impegnato in assurde pretese che arrivano al milione di dollari, un impettito maggiordomo annuncia l'arrivo del "Professore": dallo scalone scende Harpo, una volta tanto senza palandrana, ma con cilindro e mantello, fumando una sigaretta. Alla padrona di casa rivolge il suo sguardo stralunato, uno sbuffo di fumo e un palloncino fatto col chewing-gum. La situazione assurda è in crescendo e compito di Harpo è proprio quello di portarla a completamento: porgendo al maggiordomo cilindro e mantello, Harpo resta in mutande e canottiera ed inizia, dopo un fuggi-fuggi scandalizzato degli ospiti, una sparatoria con le armi sottratte dalla rastrelliera del capitano Spaulding; la sparatoria si conclude dopo che una statua, presente nel salone, risponde al fuoco.
ASSOLUTAMENTE INDEFINIBILI Ci siamo un poco soffermati su questa scena iniziale di Animal Crackers perché ci sembra emblematica: un sapiente dosaggio degli ingressi in scena, uno spazio per ciascuno degli interpreti, fino al volo in orbita, in una dimensione che sfugge ad ogni controllo. Una volta che tutti e tre i Fratelli sono entrati in scena la vicenda può avere veramente inizio; la trama diviene in fondo un fatto secondario, supporto sufficiente ma non necessario, e tutti gli altri attori divengono, anche i più bravi, comprimari. La scena è loro, dei tre Fratelli Marx.
Dicevamo sopra che l'unica definizione che si può dare dei Fratelli Marx è che sono i Fratelli Marx. E' difficile classificarli, perché il loro punto di riferimento non è mai la realtà delle cose, il mondo oggettivo in cui tutti viviamo, anche se molti dei loro film sono spietatamente satirici, mettendo alla berlina i miti più sacri della società americana, con una precisione, un gusto e un'intelligenza rari. In Horse Feathers (I fratelli Marx al college), del 1932, l'oggetto della loro irriverenza è il mondo universitario, i "santoni" della cultura e le manie sportive tipiche delle università americane. In A day at the Races (Un giorno alle corse), girato nel 37, sono i medici e l'organizzazione sanitaria a far le spese, mentre sia in A night at the Opera (Una notte all'Opera), del 35, che in At the Circus (Tre pazzi a zonzo), del 39, viene presa spietatamente in giro la "buona società" dei ricchi, fondamentalmente parvenus ed ignoranti.
Un discorso a parte merita il bellissimo film del 1933, il già citato Duck Soup, arrivato in Italia nel 1947 col titolo di "La guerra lampo dei fratelli Marx". Come mai questo film arrivò così tardi in Italia? Non solo in Italia: il ritardo fu europeo. Mentre la vecchia Europa conosceva il periodo buio delle dittature (in Italia il fascismo era già ben consolidato, in Germania Hitler era in dirittura d'arrivo, in tanti paesi minori la libertà stremata cedeva il passo a piccoli dittatori), i Fratelli Marx davano vita alla dittatura di Rufus T.Firefly, politico pasticcione che diviene leader dell'immaginario ed indebitatissimo stato di Freedonia, e che risolve i suoi problemi entrando in guerra con il confinante stato di Sylvania. Un film di questo tipo non poteva certo superare le censure degli stati totalitari, soprattutto perché mette in luce il vero dramma di ogni dittatura: la mancanza di senso del ridicolo, e lo fa creando situazioni una più assurda dell'altra, fino alla guerra finale che, per fortuna, trattandosi di guerra dei Fratelli Marx, non ha nulla di cruento.
IL BELLO DELL'ASSURDO Del resto, è difficile che possa avere qualcosa di cruento una guerra in cui il Ministro della Guerra, il già citato Cicolini, ha un colloquio di questo genere col suo Primo Ministro:
Primo Ministro (Groucho, rivolgendosi a Cicolini, che arriva nel rifugio e timbra il cartellino posto all'ingresso): "Cicolini, bisogna fare qualcosa. Il nostro esercito sta per subire una grossa disfatta".
Ministro della Guerra (Chico): "Io ho già fatto qualcosa".
"Ah, sì? E cosa?"
"Sono passato al nemico."
"Benissimo. E allora cosa fa di bello qua?"
"Qua il vitto è migliore."
"Cicolini, ho bisogno di lei! Cosa vuole per lavorare ancora per me?"
"Le ferie pagate"
"OK, affare fatto!"
E con una stretta di mano, mentre si sente il rombo del cannone, viene sancito il rientro nei ranghi di Cicolini. Un'altra scena bellissima è quella della dichiarazione di guerra: il leader annuncia la discesa sul campo di battaglia, il Parlamento acclama, ed inizia poi un balletto in cui i parlamentari ripetono scrupolosamente i passi di danza eseguiti dai membri del Governo; chi ha orecchi per intendere...
Siamo sconfinati un po' dalla narrazione strettamente storica, ma è difficile parlare dei Marx in modo metodico. Cerchiamo di fare un attimo d'ordine. Abbiamo parlato dei successi teatrali, dei successi cinematografici: cinque film in cinque anni, dal 1929 al 1933, tutti con la Paramount. Nel 1935 viene girato il primo film con la MGM, A night at the Opera: Zeppo non compare più, ha aperto una sua agenzia teatrale a Hollywood. Seguiranno altri sette film, dal 37 al 49. Seguirà un ovvio declino: gli anni non hanno pietà per nessuno, tanto meno per chi ha sempre seguito una strada così difficile e personalissima da meritare ammirazione, ma spesso anche incomprensione.
IL FORMALISMO ALLA GOGNA Vorremmo tornare a un discorso fatto poco fa, quando dicevamo che esistono addirittura spettatori i quali definiscono i Fratelli Marx "angoscianti". Un motivo c'è. Al di là della satira su argomenti specifici, tutta la recitazione dei Fratelli Marx è una satira globale all'esistenza stessa. Il loro rapporto con la realtà è tutto particolare, comunque sempre su un piano diverso da quello comune: l'assurdo di cui sono intessuti tutti i loro dialoghi e le loro scene è, a ben guardare, il grido di libertà dell'uomo che vive in una società che gli impone vincoli, formalismi, che gli impone in sostanza una maschera per essere accettato e per sopravvivere. E ciò era, com'è, tanto più vero nella società americana, in quello straordinario paese, al tempo stesso culla delle libertà e dei pregiudizi, della libera iniziativa e della dittatura del dollaro. La comicità dei Fratelli Marx è stata definita da un loro appassionato cultore, il critico Enrico Livraghi, "una terrificante forza devastante". Non ci pare un'esagerazione. Se guardiamo con occhio attento i film dello scatenato trio, troveremo un denominatore comune che va ben al di là dei bersagli specifici di una satira: la mancanza totale di rispetto, portata al suo culmine, ossia la mancanza di rispetto per l'oggettività stessa delle cose. E non è un caso se un minimo di logica comportamentale si trova solo quando nella vicenda, a un certo punto, c'è un torto da raddrizzare, un sopruso cui rimediare, un debole da difendere. La libertà scatenata non impedisce la solidarietà, anche se questa sarà espressa in modo un tantino strampalato. Vedere per credere, in "Una notte all'Opera", come i tre fratelli puniscono il presuntuoso tenore che voleva sedurre la bella soprano col miraggio della carriera, o in "Tre pazzi a zonzo", come il nipote diseredato ingiustamente da una zia troppo formalista viene reintegrato nei suoi diritti grazie ai buoni uffici di un avvocato molto "sui generis", interpretato, ovviamente da Groucho. Leggendo queste brevi note vi è venuto il desiderio di vedere qualche film dei Fratelli Marx? Benissimo! Correte in negozio e fate man bassa di tutte le videocassette che troverete. Per facilitarvi la ricerca vi forniamo in fondo anche un elenco completo dei film girati dai Fratelli Marx.
IL VIALE DEL TRAMONTO Vi diamo solo un consiglio: lasciate perdere l'ultimo film, Love Happy (Una notte sui tetti), del 1949. E' un bel film, senza dubbio, girato con grande maestria, in cui potete togliervi anche la curiosità di vedere una giovanissima attrice di nome Marilyn Monroe. Ma è un film da cui traspare la stanchezza: erano passati vent'anni da Cocoanuts e vent'anni, coi ritmi frenetici dei Fratelli Marx, sono davvero tanti. Inoltre, ci infastidisce quasi dirlo, in questo film Groucho, che interpreta la parte di un detective, compare senza baffoni neri! Perché? Non lo sappiamo, ma da innamorati dei Fratelli Marx non vogliamo neanche saperlo.
Invece vi consigliamo un bellissimo libro, pubblicato da Adelphi: le lettere di Groucho Marx. E' un epistolario ricchissimo e molto interessante, che raccoglie oltre un ventennio di lettere dell'unico dei Fratelli che aveva il pallino della scrittura. E' una lettura piacevole e ricca di sorprese: scoprirete l'amicizia tra Groucho e Thomas Eliot, vi delizierete a seguire la polemica tra la Warner Brothers (titolare del film Casablanca, in polemica coi Marx che stavano girando Una notte a Casablanca) e Groucho, che rispondeva con lettere sempre più strampalate all'ufficio legale di quella casa cinematografica, dove evidentemente qualcuno difettava di senso del ridicolo.
In chiusura, ci ricordiamo ancora che dobbiamo fare gli storici e non farci contagiare troppo dal "clima" di permanente disordine dei Fratelli Marx. Vi diamo quindi una notizia che forse dovevamo darvi in apertura. Come si chiamavano i Fratelli Marx? Chico si chiamava in realtà Leonard, classe 1891, Harpo rispondeva al nome di Arthur (1893), Groucho era Julius (1895). Ma è poi tanto importante? Per tutti quelli che li hanno ammirati, li hanno amati e li amano, restano sempre loro, Harpo, Chico e Groucho, senza altri nomi, senza la limitazione di una data di nascita, maestri sempre vivi di libertà totale.
Prima di passare all'elenco dei film, ci pare doveroso ricordare una simpaticissima attrice, "spalla" dei Fratelli Marx dai loro esordi nel cinema fino al 1941 (The big store, Il Bazar delle follie). Si tratta di Margaret Dumont, specializzata nel ruolo della ricca vedova, oggetto continuo delle mire per nulla disinteressate di Groucho. Vogliamo dedicarle un ricordo perché il suo destino fu sempre di comprimaria (non a caso definivamo i Fratelli Marx come "straripanti"), ma ebbe sempre uno stile e una grazia notevolissimi. Di lei ebbe a dire Groucho: "Non capiva quasi nulla di quello che faceva, ma lo faceva con uno stile incomparabile." Signora Dumont, non se la prenda: lei ha lavorato tanto di fianco ai Marx e sa che non c'era cattiveria. Spero Le faccia piacere sapere che noi l'abbiamo amata molto; non intensamente come i personaggi di Groucho, ma abbiamo fatto del nostro meglio.
 


I FILM DEI FRATELLI MARX:
1929: The Cocoanuts
1930: Animall Crackers
1931: Monkey Business
1932: Horse Feathers
1933: Duck Soup
1935: A Night at the Opera

1937: A Day at the Races
1938: Room Service
1939: At the Circus
1940: Go West
1941: The Big Store
1946: A Night in Casablanca
1949: Love Happy