Recenti ritrovamenti archeologici hanno scatenato
una disputa fra scienziati. Un giallo di 5500 anni fa
I SUMERI INVENTARONO
LA SCRITTURA. FALSO!
FURONO GLI EGIZI. O NO?
di LIONELLO BIANCHI
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Un esempio di scrittura
cuneiforme
sumerica su argilla |
Dopo 5000 anni hanno perso il loro primato. I Sumeri, un'antica popolazione non semitica della Mesopotamia meridionale (l'attuale Irak), erano infatti considerati gli inventori della scrittura. Oggi nuove scoperte archeologiche hanno demolito questo loro record, cui dovevano la loro fama ultramillenaria, passata attraverso milioni e milioni di genti, di razze e civiltà diverse. Sennonché proprio recentemente si è venuto a sapere che, prima dei Sumeri, la scrittura era già conosciuta, nel remoto Egitto. Proprio così. A fare la sconvolgente scoperta, che rivoluziona una lunghissima tradizione, è stato uno studioso, l'archeologo Gunter Dreyer, direttore dell'Istituto germanico in Egitto.
Dopo dieci anni di scavi, il professore tedesco e la sua troupe hanno annunciato nel corso di una conferenza stampa, svoltasi nella capitale egiziana, di aver trovato in una necropoli a circa 400 km dal Cairo, nella località di Abydos, in provincia di Suhag, iscrizioni risalenti al 3500-3400 a. C: la datazione appare certa perché in quella necropoli è stata individuata la tomba del re Scorpione I, uno dei tre o quattro regnanti prima dell'era dei Faraoni. Considerato che finora l'origine della scrittura si faceva risalire al massimo al 3200 a . C. nella regione tra il Tigri e l'Eufrate, appunto la Mesopotamia, dove abitavano e vivevano i Sumeri, l'ultima scoperta riapre la questione e riaccende vecchie polemiche tra mesopotamici ed egizi. Dalle tombe di Abydos sono emerse numerosissime tavolette, con iscrizioni di vario tipo. In prevalenza si tratterebbe, dicono gli archeologi tedeschi, di etichette che probabilmente erano apposte a delle merci e di ricevute di tributi versati al re. Tutti questi documenti si possono attribuire benissimo a prodotti che appartenevano a differenti regnanti . Questo può spiegare la differenza tra l'epoca in cui regnò Scoprione I (all'incirca attorno al 3150 a.C.) e la maggior antichità di parecchie di queste tavolette. Su molte di esse sono visibili delle figure, animali, piante, montagne e anche pesci: l'immagine del pesce starebbe a significare "consegna". Sono state recuperate circa trecento tavolette, ovvero minuscole placche d'osso su cui sono incise delle iscrizioni: chiaro che queste placchette erano applicate su vasi o altri contenitori a indicare la merce, il prezzo e la provenienza, oltre a servire da vere e proprie ricevute.
Certo, non è la prima volta che si fanno queste scoperte durante gli scavi. Ma quel che conta, in questo ritrovamento, è la datazione pressoché sicura, perché alcuni di questi documenti sottoposti all'esame del radiocarbonio indicano la data del 3400 a. C. Inoltre, da quel che risulta, i disegni che compongono le iscrizioni non appaiono "primitivi" ma sembrano elaborati, così da far pensare a una disciplina già sviluppata.
Appare evidente che se queste iscrizioni mostrano di non essere affatto primitive ma piuttosto di una popolazione evoluta, si può argomentare che la scrittura in quella zona del Nilo avesse origini ancora più remote oltre alla data del 3400 C. Il che conferirebbe all'Egitto un diritto di primogenitura, nei confronti della gente di Mesopotamia di quell'epoca, appunto i Sumeri. Dai risultati degli archeologi tedeschi guidati dal professor Gunter Dreyer si ricavano anche dati sull'ambiente nel quale questa gente viveva. Lo si può desumere proprio dalla scrittura di quelle tavolette indicanti le merci più usate a fini domestici e sociali (essenze, erbe, oli e così via) come pure da quelle che hanno tutta l'aria di essere, come accennato, vere e proprie fatture o ricevute di versamenti. Insomma, in quella regione attorno ad Abydos sembra ci sia stata già nel IV-III millennio avanti Cristo una civiltà notevolmente progredita, con un'amministrazione del territorio affidata agli "anziani" sotto l'autorità di un re: vi si cita Scorpione I il quale dovrebbe essere stato il capostipite di una dinastia che regnò per un certo periodo prima che comparissero nella valle del Nilo i più conosciuti Faraoni.
Approfondendo la lettura di queste tavolette ritrovate dall'équipe germanica, sembra possano venire alla luce anche notizie che si riferiscono alla religione di quella popolazione, come lo dimostrerebbero alcuni segni espressi nei pittogrammi: il sole e alcuni animali (pesci, ma anche rettili). Il che la dice lunga circa le credenze di quella gente che ha preceduto l'età faraonica in Egitto. Da quanto si può vedere al Cairo presso l'Istituto Germanico di Archeologia si sta lavorando per passare al setaccio questa mole di iscrizioni allo scopo di accertare costumi e usanze. Quando questi studi saranno completati, si potrà perfezionare il quadro delle conoscenze sulle popolazioni più antiche della Valle del Nilo, che potrebbero riservare ulteriori sorprese.
Altri studiosi contrappongono a queste scoperte argomentazioni inerenti appunto l'origine della scrittura, a difesa della primogenitura mesopotamica, a salvaguardia quindi del primato dei Sumeri. Tra l'altro si sostiene che la scrittura non è nata in tempi brevi ma deve aver richiesto un certo numero di anni di maturazione prima di arrivare ai pittogrammi così" come si leggono sulle iscrizioni del 3400 a.C. Secondo questa tesi, non sembrerebbe escluso che nello stesso tempo in Mesopotamia sia andata sviluppandosi la scrittura sumerica, proprio come si faceva nella valle del Nilo. Insomma, secondo questa versione difficile stabilire una primogenitura della scrittura. Anzi, gli studiosi .esperti soprattutto in reperti mesopotamici asseriscono che potrebbero esserci state addirittura infiltrazioni dalla Mesopotamia all'Egitto. D'altronde sarebbero serviti almeno tre secoli di preparazione per passare dai primi segni pittografici isolati a quelli raggruppati in speciali tavolette di fango.
A questo riguardo, vale la pena di parlare delle tavolette Tartaria. Si tratta di un insieme di tavolette d'argilla scoperte nei Balcani e appartenenti sicuramente a una popolazione sumerica. Resta da stabilire come mai queste tavolette siano trasmigrate in una regione dove pare che i Sumeri non siano mai arrivati. E' comunque indiscutibile che sono inequivocabilmente datate al 3500 a.C. Questo dato annullerebbe l'importanza della scoperta in Egitto, in quanto riporterebbe i Sumeri al primo posto quali inventori della scrittura.
Si può a buon diritto parlare di un vero e proprio giallo, con gli studiosi tedeschi a difendere la primogenitura egiziana e con gli altri schierati a sostenere che in realtà la scrittura potrebbe essere passata nella valle del Nilo per un procedimento di imitazione, magari seguendo le orme di mercanti che dalla zona del Tigri e dell'Eufrate arrivavano fin sulle rive del Nilo nella località già fiorente di Abydos. Ipotesi suggestiva, certo, ma potrebbe essere avvenuto anche il contrario, perché la storia ci tramanda di trasmigrazioni di
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Un albero genealogico dell'epoca
sumerica (III millennio a.C.) |
popolazioni nilotiche attraverso il Mar Rosso , una tradizione antecedente la Bibbia laddove racconta di Mosè che riportò in Palestina il suo popolo.
Messa così, si capisce che l'origine della scrittura, finora attribuita ai Sumeri, non manca di sollevare infinite discussioni, che proprio le ultime scoperte hanno riaperto anziché sopirle. E i Sumeri che dormivano sonni tranquilli dopo 5000 e passa anni hanno avuto un sussulto accorgendosi di aver perso quello che era un loro primato che li aveva fatti uscire dall'anonimato.
In effetti, di questa popolazione non semitica che abitava la regione mesopotamica nulla si conosce fino ad oggi sulle origini. Già attorno al 3500 a.C. i Sumeri vivevano in città-stato organizzate, separate l'una dall'altra da grandi rivalità, un po' come era per la Grecia antica molti secoli dopo. Le principali città si cui si conoscono le vestigia sono Uruk, Ur ed Eridu. Probabilmente quella che predominò per un maggior periodo di tempo fu Uruk che caratterizzò il millennio dal 4000 al 3000. Seguì il periodo detto di Gemdet Nasr dal 3100 al 2850. Sono note le vicende di questa popolazione e delle sue città, sempre in guerra fra loro. Si sa che regnarono diverse dinastie locali, quella di Lagash che raggiunse il proprio culmine con Eannatum tra 2454 e il 2425, quella di Uruk il cui splendore si ebbe con Lugalzaggisi , circa nel 2350. A questo punto i Sumeri persero la loro indipendenza soggiogati da una popolazione semitica iniziata da Sargon di Accad e solo verso il 2150 i Sumeri riconquistarono la loro indipendenza con l'egemonia prima di Uruk, poi di Lagash (re Gudea), ancora Uruk, poi Ur, periodo questo ribattezzato Ur III o neo-sumerico, con un impero che si estendeva dall'Iran al Mediterraneo. Il tramonto sumerico verso il 2000 a. C., quando il potere nella regione mesopotamica meridionale passò agli Amorrei, quindi agli Elamiti e ai Babilonesi.
I Sumeri, dunque, hanno perso il primato dell'invenzione della scrittura. Ad ogni modo i Sumeri hanno lasciato testi letterari, quasi tutti ritrovati nella biblioteca della città santa di Nippur. La loro lingua (messa per scritto per la prima volta attorno al 3200 a. C.) è una lingua agglutinante, non imparentata con altre conosciute. La scrittura era in caratteri cuneiformi, sillabici. I testi comprendono poemi mitologici o epici, di cui fa parte il ciclo di Gilgamesh, ma ci sono anche testi di genere scientifico, inni alle divinità, lamenti per città distrutte.
I Sumeri avevano una religione con divinità distribuite tra le varie città, tutte comunque divinità legate alle forze della natura: su tutte prevalevano An, supremo reggitore del cielo, Enlil, signore della tempesta, Enki, signore della terra e delle acque dolci. Non mancavano divinità femminili quali Inanna, amante del pastore Dumuz, la divinità che muore e risorge.
La società era organizzata con una struttura precisa: il re era l'amministratore del dio, celebrava anche il culto, benché ci fosse un sommo sacerdozio, separato dal potere politico, retto da una donna. L'economia era basata sull'agricoltura, sull'allevamento e sul commercio: in proposito ci sono testi che parlano di irrigazione dei campi, altri di bestiame e di importazione di materie prime.
RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI
Grande dizionario enciclopedico - Edizioni Utet, Torino
The sumerian language, di M.L. Thomsen - Copenaghen 1984
Inscription royales summeriennes et akkadiens, di E. Sollemberg e J. R. Kupper - Parigi
1971

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